Non è un anno col meteo favorevole a piogge estese e prolungate: dopo un inverno molto secco (anche e soprattutto al Nord Italia e sulla Sardegna), la primavera e l’estate non sono riuscite a colmare il deficit idrico su molte zone d’Italia.
Mentre sul Settentrione piogge e temporali sono stati particolarmente frequenti, al Sud il meteo non ha proposto grandi fronti perturbati, a parte quello del 15 e 16 luglio e quello del periodo 7-11 settembre.
Troppo poco: la situazione idrica non è certamente delle migliori, in particolare sul Meridione Tirrenico e sulle due Isole Maggiori.
Certo, a inizio mese ci sono state piogge molto abbondanti in alcune zone della Sicilia e soprattutto in Sardegna, ma una grande quantità di acqua caduta in poco tempo non può risolvere una crisi idrica per due motivi: il primo è che le precipitazioni temporalesche, molto violente, scivolano spesso a valle o evaporano nel giro di poco tempo (soprattutto sui terreni secchi); il secondo è che servirebbero piogge dilungate nel tempo e non concentrate solo in un paio di giorni con successive settimane di alta pressione.
Le condizioni meteo migliori per il recupero idrico sono precipitazioni sparse, di debole o moderata intensità, prolungate nel tempo e con intervalli di alcuni giorni tra un fronte e l’altro per poter permettere ai terreni di assorbire l’acqua.
Purtroppo, queste caratteristiche sono molto improbabili in questa stagione, poiché l’autunno è il periodo più critico per fenomeni meteo temporaleschi di forte intensità, soprattutto col mare molto caldo e con le saccature organizzate in arrivo dal Nord Atlantico.