Si prospetta un fine settimana e parte di quella entrante, idi di marzo, contrassegnata da un ritorno in piena regola della stagione fredda. Non oso immaginare, riflessione personale, cosa sarebbe potuto succedere se ciò si fosse manifestato nel “cuore” dell’inverno.
Attualmente tutti gli “analisti” meteo stanno accuratamente monitorando, tramite le esaltanti elaborazioni dei modelli, l’evoluzione prevista per le date sopra descritte. In effetti si pone un forte accento evolutivo circa l’ingresso di questo vortice polare.
Tale vortice, come già in passato accennato, tra venerdì e sabato dovrebbe entrare, nella sua piena fase di maturità sull’Europa centro meridionale, lanciando uno “strale” (saccatura del vortice) direttamente sul bacino centrale del Mediterraneo ed interessare buona parte della nostra Penisola.
Geopotenziali di assoluto valore e con parametri così bassi da poter essere paragonati a quelli del vortice Canadese.
Valori termici che si valuterebbero, alla quota di 500 hpa, tra i -36° C ed i – 42° C. Una situazione estremamente interessante, io aggiungerei quasi insolita, per la fine del mese di febbraio.
La combinazione di tali elementi, in aggiunta ad un’avvezione artico marittima, porterebbe con se tutte le caratteristiche per provocare forti rovesci nevosi, anche a quote basse o pianeggianti, sulle regioni centro settentrionali.
Rimangono, pertanto, sempre favorite le regioni di levante e le nord orientali, centro est Padana, ma non si possono escludere anche quelle centrali di ponente (tirreniche) con possibili rovesci di neve intorno i 300/400 mt.
Data la particolarissima situazione che si verrebbe a creare, marcata instabilità atmosferica, non è da escludere qualche breve manifestazione nevosa anche sulla Capitale.
Tutto sembra, astronomicamente parlando, una perfetta “eclisse” tra astri: eccellente configurazione verticale tra temperature al suolo, anche se non eccessivamente basse, e quelle registrabili alla quota di 500 hpa (importantissime per le precipitazioni nevose), in combinazione a gpts estremamente bassi.
Questa ideale struttura è indice di estrema vorticità atmosferica.
Un semplice temporale, originante con precipitazioni piovose o di grandine, potrebbe, nel giro di 15/20 minuti, generare un rovescio molto intenso di neve a quote molto basse.
Un crescendo evolutivo che non escluderebbe, da tali manifestazioni, la città di Roma.
La relazione tra tempo di osservazione e tempo di manifestazione, previsione consolidata, è ancora ampia, ma “il passo” sembra essere segnato.