Quasi tutta la seconda parte di ottobre è stata degna di un autentico anticipo d’inverno ed anche l’ultima settimana non ha fatto poi tanto eccezione: il periodo compreso fra il 24 ed il 30 ottobre è stato nel complesso dominato da temperature inferiori alla norma su una buona fetta dell’Europa e soprattutto in corrispondenza dell’Italia e delle vicine nazioni della Ex Jugoslavia, dove si sono riscontrate le maggiori anomalie negative.
Nella prima parte della scorsa settimana, si è infatti avuta la discesa di un nucleo perturbato, alimentato da aria d’estrazione artica, che ha affondato con decisione verso il Mediterraneo, apportando una sferzata d’aria quasi invernale sull’Italia. I paesaggi alpini si sono trasformati in cartoline natalizie, ma ha fatto freddo su buona parte del Continente, anche se in condizioni più prossime alla norma rispetto al nostro Paese.
Osservando i valori minimi estremi raggiunti nell’ultima settimana, notiamo le diffuse gelate (esaltate dall’irraggiamento, una volta che si è insediato l’anticiclone) sul comparto centro-orientale del Continente, mentre le zone scandinave hanno avuto le temperature più basse, con punte inferiori ai 10 gradi sottozero.
Parte dell’Europa Centro-Occidentale ha avuto anomalie dalla norma piuttosto contenute, in virtù del vigoroso cambio di circolazione sopravvenuto sul finire della scorsa settimana. Aria molto più mite è stata sospinta da una depressione atlantica, la quale ha peraltro posto le basi per un richiamo di correnti piuttosto tiepide dai quadranti meridionali.
In questo frangente di fine mese le precipitazioni maggiori si sono concentrate ancora una volta sulle nazioni affacciate al Mediterraneo, ove è stata notevolmente rinvigorita l’azione ciclonica d’estrazione scandinava. Intense precipitazioni hanno colpito soprattutto le zone dell’Egeo, mentre i settori continentali dell’Europa Centro-Orientale hanno avuto fenomeni del tutto fugaci e di scarso rilievo.