Quanti danni abbiamo contato nel primo scorcio autunnale? Tanti. Il tributo pagato al maltempo è consistente e non ha risparmiato alcun settore peninsulare. Nord, Centro, Sud, Isole. Tantissime regioni accomunate, in tempi diversi, da piogge talmente abbondanti da mettere in crisi un equilibrio idro-geologico di per sé fragile. Fragilità indotta da una serie concomitante di cause, la principale sicuramente il sovrasfruttamento del territorio.
Poi non possiamo non sottolineare l’intensità dei fenomeni. In passato le piogge cadevano con più tranquillità. Magari risultavano più frequenti perché condotte per mano dalla Depressione Islandese, ma raramente acquisivano una tale violenza. Negli ultimi anni, anche per via dei cambiamenti climatici evidenti, ogni singola perturbazione ha creato i presupposti per notizie di cronaca. Danni alle cose, purtroppo alle persone. Viene da chiedersi cosa fare per ovviare al problema. Le risposte non spettano a noi, quel che possiamo fare è prendere atto del fatto che le ondate di maltempo stanno assumendo ogni anno intensità crescente.
Per fortuna il peggio sembra essere alle spalle, anche se va detto che anche oggi non mancheranno intensi rovesci. Però il grosso della perturbazione si sta dirigendo verso est e nei prossimi giorni resterà una vivace variabilità nelle regioni Meridionali. Variabilità che spesso si tramuterà in instabilità, associata a sua volta ad altri acquazzoni e qualche temporale.
Giovedì e venerdì le regioni Meridionali patiranno la maggiore nuvolosità, che darà luogo appunto alla succitata instabilità. Domani avremo le precipitazioni maggiori, che non si limiteranno solamente alle zone interne. Verranno coinvolti anche i settori costieri, sia tirrenici che ionici. Venerdì le condizioni dovrebbero migliorare ulteriormente ed i fenomeni limitarsi a delle apparizioni soprattutto nella fase centrale giornaliera.
Un altro elemento da considerare è la variazione nel regime dei venti. Si disporranno dai quadranti settentrionali e nelle aree maggiormente esposte si potrebbero registrare importanti annuvolamenti. E’ la ragione che spiega il perché della nuvolosità che indugerà nelle regioni Adriatiche, o nelle Isole, ma anche nelle zone più interne delle Centrali tirreniche. Pioverà? Poco. Le regioni coinvolte da eventuali episodi instabili saranno la Sardegna, la Sicilia, l’Abruzzo, il Molise e parte del Lazio. Si tratterà di acquazzoni che si manifesteranno soprattutto nell’entroterra.
Attenzione focalizzata alla parte Centro Meridionale peninsulare perché su quelle settentrionale avremo condizioni meteo decisamente migliori. Ci sarà tanto sole, le poche nuvole in transito dovrebbero interessare le Alpi e saranno in prevalenza di tipo medio alto.
Sabato, però, cambierà qualcosa. L’approssimarsi di un nucleo freddo, di natura Artica, convoglierà i primi spifferi d’aria fredda sulle Alpi e pian piano crescerà la nuvolosità. Nubi che si espanderanno verso sud, raggiungendo anche la Val Padana e le zone costiere. Verso sera pare profilarsi il rischio di isolati fenomeni sui rilievi alpini, soprattutto nel Triveneto.
Le correnti settentrionali fluiranno anche sul resto d’Italia e sfruttando la ferita non ancora rimarginata, si creerà un contrasto termico che rivitalizzerà l’instabilità. Si riaffacceranno rovesci di pioggia, anche qualche temporale, e coinvolgeranno in forma irregolare gran parte del Centro Sud. La situazione sembra destinata a peggiorare ulteriormente nella giornata di domenica, quando il nucleo d’aria fredda potrebbe insinuarsi nel Mediterraneo. Si acuirebbe ulteriormente l’instabilità, condita da sostenute correnti settentrionali. Calerebbero le temperature e sui rilievi comparirebbero le prime nevicate. Per quel che concerne l’Italia Settentrionale, sembra che nubi e precipitazioni vadano a coinvolgere il Triveneto, mentre al Nordovest prevarrebbero ampie schiarite.
Ottobre sta confermando l’estrema dinamicità osservata in tutta questa prima fase autunnale e all’orizzonte, così parrebbe, compaiono i primi veri freddi stagionali.