Il potente gelo resta concentrato sulla Penisola Scandinava, laddove dopo alcune settimane di pausa i rigori invernali sono tornati a recitare un ruolo di primo piano, sulla falsariga di quanto accadeva quasi interrottamente durante la rigida stagione invernale 2009/2010. Difficile ripetere le gesta dello scorso inverno su gran parte del Nord Europa, ma questa parentesi di febbraio ha visto il gelo fare di nuovo sul serio, quando il meglio della stagione sembrava esaurirsi con il mese di dicembre.
La Scandinavia “gode” di questo gelo anche per la presenza di un anticiclone termico, in probabile allargamento nei prossimi giorni: l’alta pressione respinge per il momento le interferenze più miti atlantiche, costrette a trovar sfogo sul Mediterraneo. E che sfogo: uno dietro l’altro, nuovi impulsi instabili hanno messo alla frusta il Mediterraneo Centro-Occidentale, con frequenti temporali annessi ad un polo ciclonico a tutte le quote collocato ora in prossimità della Sardegna.
Il nuovo ammasso perturbato ha preso di mira ancora una volta il Centro-Nord con particolare riferimento alle zone tirreniche, ma la posizione più bassa del minimo barico non ha consentito alle precipitazioni di spingersi con forza sulle Alpi, come invece era accaduto nella giornata di ieri. La neve più abbondante ha comunque interessato i settori prealpini piuttosto che quelli alpini, come spesso accade con le umide circolazioni meridionali; ammantate in maniera notevole anche le aree settentrionali appenniniche, che risentono appieno della nuova ondata di precipitazioni, ma la quota neve è tuttavia un po’ salita.