Attendiamo, come detto ieri, l’ingresso di aria fredda dai quadranti orientali. Alla media/bassa troposfera, più precisamente tra i 1000/2000m di altitudine in tal caso, farà il suo ingresso il bordo occidentale di una prepotente azione artico-continentale, pervicace e tumultuoso nell’est europeo.
Basterà una sua carezza per assestare una recrudescenza delle termiche ed un consequenziale raffreddamento del suolo grazie ai processi di inversione; da non sottovalutare l’azione del vento che in taluni casi e luoghi inibirà i valori minimi, potenzialmente interessanti ovunque, ma farà crescere la sensazione di freddo.
Accorgimenti dell’ultimo minuto saranno senza’altro segnalati e, già da ora, osserviamo con interesse gli sviluppi sulle adriatiche, visto che l’azione fredda potrà innescare qualche fenomeno convettivo, anche grazie all’azione del mare. Difficile se non impossibile qualcosa di più, visto che non c’è azione ciclonica in quota e non saranno possibili ciclogenesi con tale campo barico.
Freddo secco e venti anche intensi. Questo il quadro dei prossimi giorni… E poi?
Anche se con molta cautela, possiamo asserire che il futuro è abbastanza magro in termini di precipitazioni e di dinamismo meteorologico.
L’Anticiclone non andrà via facilmente e la falla barica nel medio Atlantico non farà altro che rinvigorire la sua azione, schiacciando la struttura azzorriana, evitando così possibili azioni di risalita e/o blocking.
In poche parole, a parte qualche breve azione atlantica, il flusso semi-zonale sembra impadronirsi dell’Europa con poche possibilità di incipienti “split” del Vortice Polare.
Però non possiamo essere certi di una previsione a così lunga scadenza, anche perché alcuni index sono in movimento, in evoluzione, e possono far pensare anche a tutt’altro tipo di evoluzione.
Se osserviamo le carte stratosferiche avvengono dei veri e propri “terremoti” ai piani alti ma ancora non c’è corrispondenza con la troposfera; guardando diverse elaborazioni dei GM (Global Models – modelli meteorologici su scala globale) si nota come il vortice polare dia l’impressione di modificare il proprio pattern e quindi la sua disposizione di “Core” (nocciolo), dando motivo di ipotizzare diverse chance di discese artiche.
Inoltre la Mjo avrà un suo ruolo nella disposizione dell’anticlone in Europa; una fase con magnitudo in aumento potrebbe garantire un calo delle probabilità del flusso zonale.