Abbiamo seguito l’andamento mensile settimana per settimana, evidenziando le possenti anomalie termiche (positive) su scala continentale. Chi segue gli aggiornamenti climatici rammenterà, probabilmente, quel che scrivemmo tempo addietro ovvero che per scongiurare l’ennesimo mese di caldo assurdo sarebbe servita un’ondata di gelo memorabile. Ovviamente non è accaduto.
Ecco perché non ci siamo stupiti quando abbiamo aperto la mappa: le anomalie termiche sono rimaste pressoché invariate. Ma invariate rispetto a cosa? Beh, il modello matematico americano CFSv2 raffronta le temperature registrate in un determinato arco temporale con una media trentennale di riferimento: 1981-2010.
Il raffronto è impietoso e si fa prima a indicarvi le aree più fredde del normale: parte del Regno Unito, alcuni zone della Norvegia e sporadiche aree della Penisola Iberica occidentale. Altrove i termometri stazionavano ostinatamente su valori abbondantemente superiori alla media e più si procedeva verso est più le deviazioni crescevano.
Addirittura in Russia si è andati oltre i 10°C in più, ma non è che qui in Italia sia andata meglio: il mese ha chiuso i battenti con anomalie positive di 1-2°C, ma con punte anche di 3°C e oltre in Emilia e in qualche tratto delle regioni adriatiche. Insomma, il trend al riscaldamento continua e sembra proprio inarrestabile…