CRONACHE METEO: è oramai ufficiale, come visibile dal grafico sottostante, lo Stratwarming che si è attivato al di sopra della Siberia (un riscaldamento avvertibile al di sopra della Tropopausa, in pratica tra i 12 ed i 40 mila metri di quota), ha superato ogni record storico precedente.
Alla quota di 10 hPa (corrispondente all’incirca ai 30 mila metri di altezza), la temperatura è risalita di colpo e su una vastissima area di almeno 80°C, ed il flusso di calore che è arrivato fino al Polo Nord ha superato ogni altro evento del passato, almeno da quando inizia il database ERA -INTERIM, da circa 40 anni.
Già a fine Febbraio era stato stabilito un record per il periodo stagionale, tanto che quest’anno lo possiamo definire l’anno dello Stratwarming”, in quanto ne abbiamo avuti 2 da record storico a distanza di 10 mesi, evento finora mai avvenuto prima, sempre negli ultimi 40 anni.
Ma il Minimo Solare molto accentuato, unito alla presenza del Nino ha fatto sì che questi due eventi eccezionali si siano ripetuti a distanza così breve.
Ma quali allora le conseguenze sulla bassa Troposfera?
Il flusso di calore alle alte latitudini dovrebbe favorire la formazione di una cellula anticiclonica molto forte nelle zone polari, inoltre favorendo discese fredde alle basse latitudini, ma per i particolari occorre riferirsi ai Modelli Globali di previsione del tempo, ed osservare gli eventuali cambiamenti della circolazione legati alla presenza dello Stratwarming.
*”Attraverso lo Stratwarming non si prevedono neve e gelo in Italia. Lo Stratwarming può essere associato agli altri indici di comportamento del clima. Ha effetto dopo circa 10-15 settimane, e potrebbe innescare instabilità del Vortice Polare che staziona nel Polo Nord.
La conseguenza potrebbe poi essere quella di avere ondate di gelo sino alle basse latitudini, ma non si può conoscere dove il freddo colpirà. Lo Stratwarming è un indice utile, ma non si fanno previsioni meteo locali”.