Lo stato di salute dell’ambiente e della società italiana è emerso nelle pagine di Ambiente Italia 2013, l’ultima edizione del rapporto di Legambiente realizzato in collaborazione con l’Istituto Ambiente Italia. Nel nuovo quadro che emerge dall’analisi statistica, affiora un Paese con tanti, forse troppi, deficit con gli ultimi dieci anni di “non governo” del territorio: sono state messe a confronto idee e lanciate proposte per cercare di cambiare davvero il futuro del Paese. Oltre la crisi c’è la green economy. A proposito dei temi di maggiore interesse da evidenziare qualche progresso fatto riguardo l’inquinamento atmosferico: il rapporto ha indicato una riduzione delle emissioni di CO2 del 5% rispetto al livello 1990, non abbastanza per far scendere l’Italia dal quarto posto della classifica dei grandi inquinatori europei.
Molto più grave la situazione in tema di dissesto idrogeologico: fino al 2000 le alluvioni e le frane coinvolgevano mediamente 4 regioni ogni anno, mentre negli ultimi dieci anni il numero di territori coinvolti è raddoppiato, passando a 8. Così come sono aumentati i fenomeni meteorici che prima risultavano eccezionali. Nel contempo però la prevenzione tarda ad arrivare. Negli ultimi 10 anni solo 2 miliardi di euro sono stati effettivamente erogati per attuare gli interventi previsti dai Piani di assetto idrogeologico redatti dalle Autorità di bacino (PAI), per uno stanziamento totale di 4,5 miliardi di euro. Decisamente troppo pochi se si considera quanto invece sono costati, in termini di danni, i dissesti che si sono verificati nel corso degli anni. In basso un’immagine di una delle ultime devastanti alluvioni dello scorso autunno, in Toscana.