Non c’è traccia del tipico Autunno nelle elaborazioni dei modelli matematici, infatti, una potente area di Alta Pressione che si intensificherà nell’Europa occidentale, indebolendosi nel settore sud orientale, catturerà nel prossimo fine settimana aria abbastanza fredda dalla Russia europea, che si dirigerà sull’Italia. Ne conseguirà il formarsi di un minimo di Bassa Pressione a tutte le quote che degenererà in un marcato maltempo di stampo invernale per le regioni adriatiche ed il Sud Italia, dove potrebbe cadere la neve a quote sensibilmente inferiori ai 1000 metri.
Solo qualche tempo fa, si misuravano 30°C e più in Adriatico, si diceva della siccità che affligge queste zone, aggravata da un’estate molto calda, con fasi di calura tipica dei deserti. Parleremo di neve, di fiumi che si ingrosseranno e di un radicale cambio di rotta della circolazione atmosferica generale.
Un’ulteriore analisi delle elaborazioni dei Centri di Calcolo, confermerebbe che a fine del mese di ottobre si potrebbe sviluppare un vastissimo blocco di Bassa Pressione che richiamerà aria molto fredda di origine artica sull’Europa centrale e settentrionale, e marginalmente l’Italia.
Si prospetta uno scenario di correnti invernali su cui vorrei dedicare la mia riflessione. Nel semestre freddo, quando in Europa il flusso di venti atlantici è assente, sovente si realizza un’area di forte Bassa Pressione in Scandinavia, che richiama aria via via sempre più fredda verso Sud. E’ un’evoluzione che abbiamo vissuto parecchie volte negli ultimi anni, specialmente in novembre, ma non mi pare neppure una rarità in ottobre, davvero non inedita per l’ultimo decennio:
– fine ottobre 1997, aria fredda provenne dalla Siberia favorita dall’Alta Pressione su Europa centrale.
– fine ottobre 1998, gelo e nevicate in Europa centrale e Scandinavia.
– fine ottobre 1999, raffreddamento su tutta l’Europa orientale, prima neve.
– seconda metà ottobre 2002, vaste Basse Pressioni in Scandinavia.
– ultima decade di ottobre 2003, nuovo evento proveniente dalla Scandinavia, gelo in Russia europea.
Al contrario, alla fine di ottobre del 2004, ondata di caldo estivo al Sud ed in Sicilia.
Ma cosa potrebbe succedere se le due ondate di freddo fossero confermate?
Ondata di freddo attorno al 20 ottobre. Saranno escluse le regioni più occidentali del Nord Italia, che si troveranno ai margini estremi del blocco d’aria fredda. Sarà pesantemente investito il settore nord orientale, con possibilità di gelate diffuse anche in pianura laddove il cielo si presenterà sereno e quando il vento cesserà. Non si avranno gelo e neve su Trieste, ma soffierà con raffiche a tripla cifra, il vento di Bora. Nel Carso potrebbe comparire la prima neve. Nella primissima fase si prospetta la genesi di instabilità atmosferica, con possibilità di temporali nel Triveneto ed elevato rischio di grandine.
Come da copione, l’aria fredda irromperà in Adriatico, dove la quota dei fiocchi di neve potrebbe giungere sino ai circa 500/600 metri. Si tratterà di nevischio frammisto a pioggia, che può manifestarsi anche con temperature superiori ai +3°C. A parere mio, c’è la possibilità delle prime fioccate nei capoluoghi montani di Abruzzo e Molise (Aquila e Campobasso), con temporanei accumuli al suolo.
Lo stau farà cadere piogge fitte ed abbondanti su Romagna, ma in particolare nelle Marche, Abruzzo, Molise e Puglia, specie nella costa e nelle località collinari esposte ad est. I corsi d’acqua torneranno a prendere vigore, e ci potranno essere locali esondazioni derivanti dalle piogge talvolta molto forti. Si avranno temporali, forti venti, una burrasca nelle coste, e soprattutto, un repentino calo delle temperature che motiverà la prematura accensione dei termosifoni. Il maltempo interesserà anche la Campania, la Calabria e la Sicilia, con possibilità di neve sui maggiori rilievi.
Nelle regioni tirreniche si avrà vento molto forte, soffierà la Tramontana, ma il rischio di maltempo appare scarso anche se lo spessore dell’aria fredda artica potrebbe permettere una modesta situazione di tempo instabile, per infiltrazioni di aria fredda che formerebbe nubi passeggere e qualche rovescio di pioggia e persino temporale. Quota neve decisamente superiore ai 1000 metri.
Una breve apparizione della tramontana si osserverà anche in Sardegna, con nubi minacciose nella costa orientale, dove si potranno avere rovesci di pioggia e persino la prima gragnola di stagione nel settore orientale del Gennargentu.
Le piante a foglia caduca, a seguito del repentino cambio climatico, si avvieranno a perdere le foglie, come consuetudine in Autunno.
In seguito, la ferita si risolverà e le temperature saliranno prossime alla media tipica del periodo.
Ondata di freddo di fine mese. Le proiezioni sul lungo termine indicano la formazione di condizioni climatiche che vedranno un cenno di gelo e neve sul Centro Europa, gelo marcato in Scandinavia.
In Italia, il calo termico derivante dall’aria fredda proveniente da Nord sarà modesto, e si sommeranno gli effetti di importanti infiltrazioni di aria umida da ovest con l’esaltazione dei contrasti termici. Saranno le correnti occidentali umide a diminuire la possibilità che l’ondata di freddo si estenda all’Italia, perlomeno nella prima fase.
In quei giorni, ma anche quelli precedenti, il Mar Mediterraneo sarà interessato da una circolazione di Bassa Pressione, con pioggia abbondante ed intermittente, come già avvenuto in altri anni nel periodo tra la fine di ottobre e novembre, in coincidenza con l’insorgere di profonde Basse Pressioni scandinave.
Seppur estreme, le linee di tendenza climatica per le prossime due settimane di ottobre, indicano condizioni già vedute nel passato, anche se poi in aree limitate, si potranno manifestare marcati eccessi.