Abbiamo naturalmente già dedicato ampio spazio ad un’analisi approfondita dell’eccezionale ondata di caldo rovente che in questo mese di luglio ha colpito (e continua tuttora a colpire, almeno in parte) con forza l’Europa Centro-Orientale e la Russia, per via della persistenza di un potente anticiclone continentale alimentato da masse d’aria da sud d’estrazione sub-tropicale. Concentrando l’attenzione sull’ultimo periodo, quello della scorsa settimana compreso da domenica 18 a sabato 24 luglio, l’anomala bolla di calore ha spostato il proprio raggio d’azione verso levante determinando i massimi effetti proprio sulla Russia.
Osservando la cartina in basso, spicca immediatamente la pesante anomalia termica positiva sulle estreme zone orientali europee e sul comparto russo-sarmatico. A quanto ammonta l’anomalia? Sulle aree più colpite dal caldo così scottante (si noti particolarmente coinvolta la Bielorussia Orientale), i valori di temperatura media sono stati complessivamente di 9-10 gradi oltre la norma. Anomalie molto inferiori sul resto d’Europa, ma con prevalenza di valori oltre la media: solamente sulle nazioni occidentali europee e sulle zone scandinave abbiamo avuto un andamento termico più o meno in linea con la normalità del periodo.
I picchi massimi di temperatura hanno superato largamente su tutta la parte centro-meridionale del Continente i 30 gradi, mentre i 35 gradi sono stati varcati in genere solo sulle nazioni affacciate al Mediterraneo, ma anche in Polonia e su qualche altra zona molto localizzata. La stessa soglia è stata largamente superata sul lembo orientale dell’Europa, compresa la Russia: rammentiamo il record storico dei 37 gradi di Mosca, peraltro già superato in questa settimana nella giornata di lunedì. Valori fino a 40 gradi sul Bassopiano Sarmatico: simili temperature sono ulteriormente enfatizzate, non solo dall’inevitabilmente riscaldamento continentale, ma soprattutto dall’ormai lunghissima persistenza della fase rovente.
Un serbatoio d’aria così calda che persiste da tempo in loco, scontrandosi con masse d’aria un po’ più fresche, non poteva certo non generare frequenti situazioni temporalesche con fenomeni localmente violenti e di forte intensità. I temporali non hanno risparmiato nemmeno le zone più roventi come la Russia, ma tuttavia la zona di massimo contrasto, dove si sono avute le precipitazioni più frequenti e nel complesso più abbondanti (superati diffusamente i 100-150 millimetri totali di pioggia nell’arco dei 7 giorni), è stata quella compresa fra la Regione Alpina, la Baviera, la Repubblica Ceca, la Slovacchia e la Polonia.