Nel corso degli ultimi giorni avrete letto, sentito, apprezzato l’aria invernale. Le temperature hanno subito un brusco calo su tutte le nostre regioni, in modo particolare al centro nord e sulla Sardegna. E’ nevicato a quote basse, magari non intensamente come accadeva lo scorso 17 dicembre, ma pur sempre con accumuli di rilievo. E’ vero che i valori termici sono calati, in alcune zone, anche di 20 gradi. Ma il raffronto va fatto con quelle temperature sopra media che ci hanno accompagnato il periodo precedente, fine febbraio. Quando un campo di alta pressione portava clima mite, umido, stabile.
L’Italia non è certo stato l’unico paese che ha avuto la sua dose invernale. Prima di noi è toccato all’Europa settentrionale, poi a quella centrale ed occidentale. La neve è caduta dalla Scandinavia alle isole britanniche, dalle Repubbliche Baltiche al Benelux, dalla Germania alla Francia, dall’Austria alla Spagna settentrionale. Vi sono stati fenomeni localmente intensi, ad esempio nelle aree pirenaiche o in Corsica, ha fatto freddo, anche gelo, dimostrando che marzo è sovente un mese invernale.
Ma per poter comprendere la percezione del freddo, a cui spesso attribuiamo caratteri di eccezionalità, è bene soffermarsi per un momento sull’andamento termico del continente europeo nel mese di febbraio. Grazie all’ausilio del NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration), abbiamo realizzato la mappa relativa all’anomalia termica, alla quota isobarica di 850 hPa, dell’intero continente europeo. L’andamento è contrapposto alla media delle osservazioni effettuate tra il 1968 e il 1996, quasi trenta anni.
L’osservazione dell’immagine mette in evidenza anomalie termiche positive, evidenziate dai colori tra il verde ed il rosso, su gran parte del territorio europeo. Gli scarti positivi maggiori si hanno tra le isole britanniche, la Francia settentrionale e i settori meridionali della penisola scandinava. Aree interessate da un persiste campo anticiclonico, di matrice continentale, che ha portato temperature la di sopra della norma sino a 4 gradi.
Volgendo lo sguardo alla nostra penisola notiamo come l’anomalia positiva sia relativamente più contenuta, localmente assente. I valori oscillano tra 1 e 2 gradi al centro nord, mentre al sud, su Sardegna e parte del centro abbiamo valori in media, testimoniati dalla colorazione bianca. Per trovare scarti termici negativi bisogna spostarsi in direzione del Mar Nero e della Turchia, oltre che su Africa nord orientale. La causa è ascrivibile alla possente ondata di gelo che ha investito i settori orientali del Continente, in primis la Grecia, limando la precedente anomalia positiva.
Probabilmente vi starete chiedendo il perché di queste considerazioni. Or bene, come abbiamo visto molte delle nostre regioni sono state interessate da anomalie termiche positive, rispetto naturalmente alla media trentennale di riferimento. E’ chiaro quindi che, a fronte di temperature primaverili, la rapidità con cui si è avuto il calo termico ha reso la percezione invernale certamente maggiore. Non che non faccia freddo, intendiamoci, attualmente i valori termici sono al di sotto delle medie su gran parte della penisola.
Per rinfrescare la memoria vi mostriamo un’altra mappa, GFS SPECIAL, appartenente ad un recente editoriale che mise in mostra gli scarti termici negativi nel corso di sole 48 ore. Articolo reperibile al seguente link: www.meteogiornale.it/reportages/read.php?id=3128. Si notano gli scarti termici negativi, in talune aree peninsulari prossimi ai 20 gradi, tra la giornata del 4 marzo e quella del 6, ossia ieri. Evoluzione che, come abbiamo detto in altre circostanze, ha mostrato caratteristiche paragonabili a climi continentali come quello americano.
Per concludere, ribadendo l’estrema dinamicità che contrassegna il mese di marzo (definito di transizione proprio per la capacità di contrapporre fasi primaverili ad altrettante invernali), proponiamo invece la mappa relativa agli scarti termici che interesseranno l’intero territorio continentale tra la giornata odierna e le ore 06Z del 12 febbraio. Si nota chiaramente come gran parte d’Europa sia soggetta ad un riscaldamento dettato da presenza anticiclonica a sud e depressionaria oceanica, mite, su Europa centro settentrionale.
La colorazione rossa evidenzia i maggiori scarti positivi, identificabili sul Mediterraneo centro meridionale, occidentale e a latitudini polari. Da una parte agirà l’alta pressione subtropicale, dall’altro un vortice ciclonico a prevalente matrice oceanica. Aria mite che raggiungerà anche l’est europeo, portando un aumento, sensibile, delle temperature, anche su Scandinavia e Russia europea. Sin verso l’Ucraina. Per osservare anomalie termiche negative dobbiamo portarci verso il Mar Nero, la Turchia ed il Medio Oriente. Qui agirà aria fredda proveniente dai quadranti settentrionali, in scorrimento lungo il campo anticiclonico presente sulle nostre regioni.