Dopo l’equinozio d’autunno, la durata delle ore con sole diminuisce sensibilmente, così che le terre perdono più calore di quello che ricevono.
La temperatura dell’aria, specie quella rilevata dalle stazioni meteo a circa 2 metri dal suolo, è fortemente influenzata dal calore rilasciato dal terreno. Un minor riscaldamento da parte del sole favorisce un raffreddamento del suolo e dell’aria, conclude la stagione estiva e l’avvia verso l’inverno.
Le terre emerse disperdono il calore più rapidamente delle superfici marine e lacustri, così che i mari ed in minor misura i laghi, esercitano una mitigazione del freddo che avanza.
Le coste e gran parte dell’Europa occidentale, con l’autunno perdono calore lentamente, mentre nelle regioni continentali della Russia europea il freddo cresce rapidamente.
E’ noto che i luoghi più freddi d’Europa sono quelli del settore nord orientale della Russia europea e non la zona di Capo Nord, estrema propaggine settentrionale della Scandinavia.
Anche in Italia, le temperature scendono più fretta sulle regioni orientali rispetto a quelle occidentali, mentre le differenze climatiche tra Francia e Germania sono una concreta prova del freddo che viene da Est.
In questi anni l’Europa ha veduto diverse situazioni di anomalia climatica, e le differenze tra est ed ovest del Continente sono state meno accentuate della norma. Per fare un paragone di rilievo, vorrei sottoporre due climi a confronto, quello di Londra o Parigi, con quello di Varsavia o magari Mosca.
I primi due (Londra e Parigi) sono fortemente influenzati dalle correnti atlantiche ed anche d’inverno i giorni con temperature sotto lo zero sono rari, ben differente è il clima di Varsavia, mentre assai più freddo è quello di Mosca. Ma non solo, a Varsavia fa più freddo di Copenaghen che si trova più a nord e persino di Stoccolma. Così che i giorni in cui il terreno è gelato o coperto di neve, crescono man mano che si va verso oriente.
In Europa il freddo, effettivamente, viene da est, le peggiori ondate di freddo vengono dalla Russia e derivano dal forte raffreddamento delle grandi regioni continentali ad est degli Urali, dove d’inverno si realizzano le più basse temperature del Nord del Pianeta.
Nel Mar Nero sono assai più frequenti le ondate di gelo e neve rispetto all’Italia: le regioni della Turchia bagnate dal Mar Nero vedono nella stagione invernale, ricorrenti eventi di tempesta di neve, come in Italia può succedere una volta ogni svariati decenni.