Questo primo scorcio dell’inverno meteorologico, quello astronomico è in procinto di iniziare, ci ha offerto una configurazione barica particolare, con la latitanza di due figure consuete negli inverni europei, soprattutto fino a qualche anno fa, quali la depressione d’Islanda e l’anticiclone russo-siberiano.
A sostituirli, un’alta pressione delle Azzorre in gran forma in oceano, e capace di traslare fin nel cuore dell’Europa e un vortice polare (depressione artica) che a più riprese si è spinto fin verso la Penisola Iberica e il bacino del Mediterraneo, originando quelle depressioni mediterranee che tanta pioggia negli ultimi tempi hanno scaricato in Sardegna, Sicilia e Calabria.
Le correnti atlantiche sono state così costrette a scorrere molto a nord, regalando un periodo mite a tutta la Scandinavia.
Più ad oriente affondi artici, con creazione di potenti depressioni, hanno coinvolto a più riprese l’area turca, mentre le steppe russe hanno subito spesso le rimonte calde da sud.
Nel complesso, soprattutto se ci riferiamo alle temperature in quota, sopra lo strato di inversione termica che è stato presente a lungo sull’Europa centrale, questa prima fase di inverno non ha visto valori termici particolarmente bassi, anzi essi sono stati globalmente più elevati della media. Tuttavia la lunga parentesi anticiclonica, ha consentito al freddo di accumularsi nei bassi strati atmosferici, così che alcune zone di pianura e collina dell’Europa centrale, stanno sperimentando da tempo condizioni termiche particolarmente rigide.
In breve, a temperature in quota miti, non hanno corrisposto temperature altrettanto miti al suolo. La mancanza delle correnti occidentali ha in pratica continentalizzato il clima europeo, generando perlomeno su parte del continente, ed in scala molto più contenuta, quanto sperimenta la Siberia ogni inverno.
L’incursione di aria artico marittima, molto fredda in alta quota (500 hPa), ma non freddissima a media quota (850 hPa), è stata l’occasione ieri per causare nevicate sulla zona degli altopiani prealpini (Svizzera, Baviera), ed oggi (stanotte) per portare i termometri a valori molto bassi, inferiori di diversi gradi alle medie del periodo. Tra tutti vogliamo citare i -6°C di Parigi e i -17°C di Monaco. Non è in atto alcuna irruzione di aria tremendamente gelida, eppure i termometri, soprattutto nell’Europa centro-occidentale, sono scesi a valori molto bassi.
Diamo ora spazio a qualche numero, che potrà chiarirci ancor meglio l’andamento climatico di questi primi 20 giorni di dicembre. Di seguito le temperature minime e massime registrate in alcune città europee tra il primo e il 20 dicembre e, tra parentesi, relative medie climatologiche del mese:
Oslo -2/2 (-5/0)
Bergen 3/6 (0/3)
Helsinki -1/2 (-6/-1)
Arcangelo -10/-7 (-13/-7)
Mosca -4/-1 (-8/-3)
Kiev -1/3 (-5/0)
Londra 4/8 (2/7)
Parigi 1/5 (2/7)
Strasburgo 0/3 (0/5)
Bruxelles 1/5 (2/6)
Berlino 1/4 (-1/3)
Monaco -3/1 (-2/3)
Varsavia 0/4 (-2/2)
Vienna -1/2 (-1/3)
Salisburgo -5/0 (-3/2)
Lubiana 0/3 (-3/2)
Budapest -1/3 (-2/3)
Bucharest -3/6 (-2/3)
Belgrado 2/6 (-1/5)
Atene 9/15 (8/14)
Istanbul 6/11 (5/10)
Roma 9/16 (5/13)
Verona 2/11 (1/6)
Madrid 3/12 (1/11)
Valencia 10/16 (6/15)
Lisbona 10/15 (8/14)
Si evidenziano i valori molto miti sull’Europa settentrionale e in parte in quella meridionale, e quelli rigidi o quantomeno non miti sull’Europa centrale. Un freddo che si è quindi generato in loco e che è stato ora esaltato da un’avvezione artica di media entità. Si spiegano così i -17°C già segnalati e raggiunti in nottata a Monaco di Baviera ed anche a Salisburgo, i -14°C di Innsbruck, i -12°C di Basilea e i -11°C di Stoccarda. Valori raggiunti dopo le nevicate della giornata di ieri 20 dicembre.
Freddo che stamane ha raggiunto anche l’Italia, dopo il fronte freddo passato ieri, che ha causato nevicate a quote medio/basse in Appennino, e il successivo rasserenamento, con venti nord-orientali sostenuti per la costante presenza dell’anticlone sull’Europa carpatica-danubiana.