Possiamo dirlo: sta terminando una delle ondate di caldo più intense dell’estate. Almeno per ora.
La bordata africana è stata tosta, asfissiante, snervante. Ma è l’ultima di una serie cominciata fin dallo scorso mese di maggio. Alta Pressione, poche piogge, siccità, incendi. Questi, al momento, i termini ricorrenti delle ultime settimane.
Su alcune regioni, poi, un altro termine molto in voga riguarda un tipo di di precipitazioni sovente preoccupante: temporali. Volendo sintetizzare il tutto con un solo vocabolo, possiamo tranquillamente parlare di “estremi”. Già, estremi meteo climatici. In più di un’occasione s’è scritto che il concetto di “normalità” è stato stravolto.
Normalità che un tempo contemplava la splendida estate mediterranea, normalità che negli ultimi decenni s’è trasformata in eccessi. Passiamo dal caldo, dal super caldo, alle ingenti rinfrescate piuttosto che alle crisi temporalesche. L’argomento del giorno, senza andare troppo lontano, è rappresentato proprio da un crollo termico che si procrastinerà – raggiungendo i top – nei primissimi giorni della prossima settimana.
Sapete una cosa? Che il fresco porterà le temperature addirittura sotto la media trentennale di riferimento (1981-2010) e visto quel che è accaduto sino all’altro ieri non possiamo che stupirci. O meglio, non possiamo che prendere atto di stagioni sempre più condizionate da estremi meteo. E sempre rivolte verso periodi di anomalie termiche prolungate. Spesso di segno positivo.