Siamo passati nel giro di pochi giorni dal descrivere una stagione estiva che aveva alcune caratteristiche – ma non tutte – “old style”, alla previsione di un lungo periodo caldo e stabile del tutto in linea con il trend estivo a cui siamo abituati negli ultimi 15 anni.
Un trend che ha avuto nella stagione 2003 il suo punto più alto, ma che è proseguito anche negli anni successivi, proponendo sempre estati con temperature sopra le medie climatologiche di riferimento, spesso in grado di prendere spazio sia alla primavera che all’autunno, e che hanno presentato ondate di calore feroci per intensità e durata.
Quest’anno questo trend sembrava essere entrato in crisi, grazie ad una primavera fresca e particolarmente piovosa, grazie ad un inizio estate assai moderato, grazie ad un anticiclone africano che non ne voleva sapere di salire troppo di latitudine, piegato dalla presenza del jet stream fino alle latitudini nord sahariane, e che aveva fatto sperare nello trascorrere di una stagione senza grandi ondate di caldo.
Ma dopo i primi giorni di luglio la situazione ha cominciato a cambiare. Vero che l’anticiclone africano ha continuato a latitare, ma il suo cugino azzorriano si è elevato fin troppo di latitudine, andando a proteggere tutta l’Europa nord-occidentale e arrivando a porre il suo dominio anche sul Nord Italia. Una situazione che è rimasta per due settimane e che quando si è sbloccata lo ha fatto proponendo la risalita di un anticiclone subtropicale verso il Mediterraneo e l’Italia.
Così, se si analizzano i dati, si scopre che al Nord Italia questo mese di luglio è addirittura più caldo di quello dello scorso anno, che ricordiamo, mediamente a livello italiano fu assai simile a quello del 2003 ed uno tra i più caldi degli ultimi 50 anni; mentre al Centro, specie sul lato adriatico, e su tutto il Sud il confronto non regge, in quanto quest’anno questa zona è stata influenzata dal ritorno di correnti più fresche orientali, mentre lo scorso anno da reiterate invasioni di aria subtropicale.
Ora il pattern atmosferico è cambiato, divenendo più simile a quello dello scorso anno e di altre estati degli ultimi 15 anni, le basse pressioni hanno ripreso possesso delle Isole Britanniche, ma le perturbazioni non riescono a sfondare verso est, piuttosto sprofondano nell’est atlantico e per questo causano il richiamo di correnti calde dal Nord Africa verso il Mediterraneo. Quando si sbloccherà questa situazione?
La grande differenza tra le estati anni 2000 e quelle precedenti è data, non tanto dai picchi di calore, quanto dalla persistenza delle ondate di calore, figlie della persistenza di figure bariche bloccate in grado di riproporre per lunghi periodi la reiterata invasione di masse d’aria subtropicali verso il bacino settentrionale del Mediterraneo, a volte fino al termine naturale, per motivi astronomici, della stagione estiva.
Andrà così anche questa volta? O i modelli sbagliano a non vedere una veloce conclusione di questa ondata di caldo, come in parte si erano sbagliati a giugno, quando l’ondata di caldo fu intensa ma assai breve? Fra 7 o 10 giorni avremo la risposta a questa domanda ed anche sapremo se potremo considerare questa Estate come il principio del ritorno alle “Estati di una volta” o come la prosecuzione di un trend consolidato.