Gran caldo:
per chi avesse qualche dubbio circa lo stato di salute dell’Alta Africana, finora poco appariscente, avrà avuto modo di ricredersi negli ultimi giorni. La rimonta anticiclonica è consistente, c’è poco da dire, ma fortunatamente è capitata agli esordi dell’estate e le condizioni pregresse hanno lasciato in dote scenari non propizi alla realizzazione di un’ondata di calore eccezionale.
Temperature superiori alla norma:
quanto detto non va ad intaccare le potenzialità sinora espresse, tant’è che le temperature si sono attestati rapidamente al di sopra delle medie stagionali un po’ dappertutto. Anomalie che localmente raggiungono i 5-6°C e che potrebbero alzarsi ulteriormente nelle prossime 72 ore.
L’afa:
come spesso capita quando si ha a che fare con simili configurazioni, la staticità atmosferica determina un accumulo di umidità nei bassi strati e il caldo secco si trasforma facilmente in caldo afoso. Afa vuol dire maggiore percezione del calore, perché come ben sappiamo il vapore acqueo ostacola il processo di traspirazione del nostro organismo. Un fenomeno che sta prendendo piede principalmente nelle aree che non possono usufruire delle brezze diurne, ad esempio la Val Padana e in generale le zone interne prossime ai rilievi. Un quadro ci terrà compagnia ancora per qualche giorno.
Lo snodo di metà giugno:
i modelli, in tal senso, parlavano chiaro: l’eventuale break sarebbe arrivato a metà mese. Anche le ultime proiezioni confermano tale ipotesi focalizzando l’obbiettivo sull’imponente cambio circolatorio che prenderà piede sull’Europa orientale. La discesa di una massa d’aria fredda di origine artica andrà ad alimentare una vasta depressione destinata ad avanzare rapidamente verso ovest.
Rischio fenomeni violenti:
a partire dal fine settimana, e nei giorni successivi, l’avvicinamento della struttura depressionaria – e il conseguente inserimento d’aria fresca in quota – determinerà un calo pressorio consistente. L’Alta Africana dovrà battere in ritirata e il peggioramento che potrebbe coinvolgere l’Italia rischia di assumere connotati preoccupanti. I contrasti termici notevoli forniranno quell’energia necessaria alla genesi di celle temporalesche davvero imponenti, capaci di innescare fenomeni temporaleschi violenti con colpi di vento e grandinate. Non solo. Le temperature registreranno una brusca diminuzione, con valori che si riporteranno verso le medie stagionali o localmente al di sotto.
Cos’accadrà in seguito?:
Beh, analizzando i modelli potrebbero crearsi i presupposti per una nuova rimonta anticiclonica africana. Il tutto avverrebbe nell’ultima settimana di giugno e l’estate si riproporrebbe imperiosamente nel cuore del Mediterraneo.
Focus: evoluzione sino al 22 giugno 2014
Sino a giovedì avremo condizioni meteorologiche simili alle attuali: cieli sereni, o poco nuvolosi, e caldo moderato. Nelle ore più calde continueranno a svilupparsi temporali sparsi, dalle Alpi all’Appennino centro meridionali. Venerdì ecco i primi cenni di cambiamento, coi temporali che dai rilievi alpini inizieranno a sconfinare facilmente in Val Padana. Poi, tra sabato e domenica, il progressivo avanzamento della depressione artica determinerà un peggioramento più incisivo ed in grado di estendersi anche alle altre regioni.
La ferita, cosi sembra, potrebbe mostrarsi notevole e di difficile guarigione. Tant’è che il meteo potrebbe mantenersi variabile sino a fine periodo, peraltro con temperature al di sotto o in linea con le medie stagionali.
Evoluzione sino al 27 giugno 2014
A seguire, come anticipato pocanzi, potrebbe rivedersi l’Alta Africana con conseguente significativo aumento termico e ripristino di condizioni tipicamente estive.
In conclusione.
Il primo break stagionale appare all’orizzonte, confermando un naturale progresso stagionale al di là degli aspetti termici che come ben sappiamo appaiono sempre più orientati verso anomalie termiche positive persistenti.