Le continue ondate di caldo africano stanno finora caratterizzando l’estate 2017. Non in tutta Italia il caldo si soffre allo stesso modo e la Val Padana è fra le aree dove la calura si patisce di più, in quanto si trasforma in un vero e proprio “catino bollente”, dove si accumula anche l’umidità. La situazione peggiora ancor di più nelle grandi città, dove si aggiunge l’effetto penalizzante generato dalle isole di calore. E proprio nei grandi centri urbani il calore non riesce a disperdersi e sarà rilasciato molto più lentamente rispetto alle aree rurali limitrofe.
Molte città padane centro-occidentali patiscono i maggiori effetti delle isole di calore, con l’apice su Milano. Proprio per la scarsa ventilazione di cui soffre, tra le grandi città europee il capoluogo lombardo è forse il più esposto all’effetto isola di calore urbana. Torino ne risente meno di Milano per la sua vicinanza ai rilievi che di notte generano brezze. Durante il giorno d’Estate, nelle aree soggette ad isola di calore, la differenza di temperatura con la campagna è limitata, mentre la notte il bollore cittadino diventa una tortura per i suoi abitanti, con l’aria condizionata che diventa quasi elemento di sopravvivenza.
Tutte le grandi capitali e metropoli sono capaci di generare isole di calore molto forti e persino Londra, nonostante il clima ben diverso per la piena esposizione al flusso atlantico, presenta talvolta differenze di temperatura notturna che possono arrivare a superare i 5 gradi fra la periferia e la zona urbanizzata orientale.
Figuriamoci quel che accade in Val Padana, soggetta a scarsissima ventilazione per la sua conformazione chiusa tra Alpi ed Appennino. Ecco perché il grande caldo si patisce così tanto sul Nord Italia: tra l’Emilia nord-orientale, il Veneto sud-occidentale e la Lombardia sud-orientale si verificano le condizioni di maggiore disagio fisico estremo, dovute alla commistione tra temperatura, umidità e scarsa ventilazione.