Siamo giunti al sesto anniversario da quel grosso meteorite che si disintegrò il 15 febbraio 2013 sopra il cielo di Chelyabinsk, nella lontana regione degli Urali. Come evento, si è trattato della più grande esplosione di meteoriti mai osservata dall’esplosione di Tunguska del 1908.
Inoltre si è trattato del primo evento significativamente dannoso. L’esplosione dell’asteroide di circa 20 metri di diametro è avvenuta a poco meno di 30 chilometri d’altezza, rilasciando energia esplosiva pari a 500 kilotoni, oltre 30 volte l’energia liberata dalla bomba di Hiroshima.
L’onda d’urto si è propagata fin sotto il terreno, andando a danneggiare la bellezza di circa 7200 edifici in un’ampia area fortunatamente poco abitata. I frammenti, principalmente dei vetri delle finestre, hanno causato il ferimento di quasi 1500 persone.
La ricerca ha indicato che il danno all’esplosione è stato relativamente minore di quanto potesse essere, in particolare a causa della grande altezza in cui si è svolta l’esplosione e dell’angolo superficiale di ingresso nell’atmosfera dell’asteroide.
In caso di una traiettoria più ripida il meteorite sarebbe penetrato più a fondo nell’atmosfera, con la palla di fuoco che avrebbe potuto raggiungere il terreno in modo più integro. Da quando è accaduto quest’evento, Atlas è il telescopio che fa da sentinella anti asteroidi per invidividuare anche quelli più piccoli, ma insidiosi.