Quello del lago Maggiore, con 6.598,5 chilometri quadrati, è il più vasto bacino imbrifero d’Italia: comprende tutto il Canton Ticino, la Val d’Ossola, il Cusio, il Verbano e buona parte della provincia di Varese. Nel secondo lago italiano per superficie si scaricano anche le acque dei laghi di Lugano, di Varese e d’Orta (per citare i principali). Il deflusso è regolato da un sistema di chiuse (diga della Miorina) a Golasecca (Varese), che gestisce qualcosa come 381 milioni di metri cubi d’acqua.
Con le piogge autunnali, il livello del lago Maggiore sale fino a quote di esondazione: è un fatto statistico, che si registra quasi ogni anno. Lungo le sponde del Verbano corre la leggenda secondo cui sarebbero gli svizzeri, con l’apertura delle loro dighe, a determinare questi incrementi. Leggenda, appunto: perché di dighe svizzere, nel bacino del lago Maggiore non ne esistono.
Il 3 novembre, dopo giorni di pioggia battente, a Pallanza il lago è salito a 196,03 metri sul livello del mare, invadendo la piazza antistante (livello di esondazione 195,50 metri). Si potrebbe già classificare come piena straordinaria, poiché in tal modo la si qualifica quando oltrepassa quota 196,00 metri; nella serata dello stesso 3 novembre tuttavia, il lago ha cominciato a decrescere, tornando sotto i 196,00 metri.
Per quanto riguarda la piovosità nel Piemonte orientale, si è concentrata soprattutto lungo la fascia Pedemontana. A Novara infatti, l’Osservatorio geofisico di Torrion Quartara non ha registrato grandi quantitativi: tra il 28 ottobre e il 2 novembre, sulla Città gaudenziana sono caduti 98,8 millimetri.