Si cambia:
nel corso dell’ultima settimana abbiamo osservato grandi manovre bariche sul comparto Atlantico. L’ultima decade di gennaio, lo rammenterete, fu dominata da un Vortice Canadese in grande spolvero. Sull’Italia giunsero ripetuti fronti perturbati nord atlantici, che apportarono nevicate sui rilievi e localmente alle basse quote. Poi, nei giorni della merla, arrivò l’Anticiclone Africano. La causa? La ben nota ridistribuzione dei geopotenziali con trasferimento dal Canada alla Scandinavia. Lo definimmo “reset barico”, ipotizzando una ripresa degli scambi meridiani e conseguenti intrusioni artiche alle medie latitudini.
Ipotesi confermate:
i vari indici teleconnettivi, nonostante l’evidente difficoltà di propagazione dello Strawarming ai livelli inferiori dell’atmosfera, indicavano un rinforzo dell’attività convettiva pacifica. Un’azione di quel genere, statisticamente, è propizia per la strutturazione di blocchi anticiclonici atlantici. La massiccia invasione fredda sfrutterà la spinta dinamica dell’Alta delle Azzorre, che dopo aver raggiunto l’Islanda si coricherà verso est facilitando un graduale isolamento del vortice ciclonico in seno al Mediterraneo.
Muro anticiclonico a singhiozzo:
la tenuta del blocco verrà messa in discussione da temporanee riaperture della porta atlantica. Sembra attivarsi, nel medio periodo, una sorta di braccio di ferro tra la rinnovata vitalità azzorriana e il tentativo di rinforzo del Vortice Canadese. Ad inizio settimana, ad esempio, a dar man forte alla circolazione artica potrebbe giungere un impulso perturbato nord atlantico. Una terza pulsazione anticiclonica potrebbe provocare l’ulteriore isolamento della struttura depressionaria, che posizionandosi più ad ovest andrebbe a causare copiose nevicate nelle regioni settentrionali.
Ipotesi a lungo termine:
è da giorni che osserviamo i modelli, da giorni che valutiamo i comportamenti troposferici. A livello stratosferico, nonostante l’avanzare della stagione e il naturale decadimento del vortice polare, sembra potersi realizzare un temporaneo rinforzo del Vortice Polare. Più giù, nei piani di nostra competenza, il notevole disturbo indotto dal precedente Strawarming sembra in grado di esaltare ulteriori manovre invernali. Di che tipo? Probabilmente di natura Artica, pur senza escludere un modesto contributo continentale nel corso dell’ultima decade.
Buone prospettive nevose:
la seconda metà di febbraio, seguendo i dettami modellistici, potrebbe rivelarsi moderatamente perturbata e relativamente fredde. Prospettive ideali per altre copiose nevicate sui rilievi, ma anche per qualche altra occasione alle basse quote.
Focus: evoluzione sino al 19 febbraio 2013
La seconda metà settimanale sarà contrassegnata dalla massiccia intrusione artica e dal conseguente peggioramento delle condizioni meteorologiche. L’ampia area ciclonica che si scaverà nel Mediterraneo, con minimi ubicati presumibilmente tra il Tirreno centro meridionale e l’Egeo, determinerà precipitazioni di un certo rilievo nelle regioni del medio basso adriatico, al sud e nelle isole. Il graduale, vigoroso abbassamento delle temperature faciliterà precipitazioni nevose a bassissima quota. Verranno imbiancate le colline, ma localmente potrebbero manifestarsi sconfinamenti in pianura o addirittura sulle coste.
Ad inizio settimana ecco giungere un significativo contributo ciclonico nord atlantico. L’ingresso più occidentale potrebbe scavare un minimo di pressione sul mar Ligure, con conseguente peggioramento anche nelle regioni del nord. Ipotesi da confermare, ma se dovesse andare in porto si avrebbero le condizioni ideali per copiose nevicate su tutta la Val Padana. Un lento miglioramento dovrebbe intervenire a metà mese, ma sembra trattarsi di una breve pausa.
Evoluzione sino al 24 febbraio 2013
Un’altra pulsazione dinamica dell’Alta delle Azzorre potrebbe innescare, in ultima decade, la terza irruzione artica mensile. Servirà del tempo per capire se trattasi di ipotesi percorribile oppure no. Vi invitiamo, quindi, a seguire i prossimi aggiornamenti.
In conclusione.
Inverno che sta per mostrare i muscoli. Sicuramente non sarà un’ondata di gelo e neve come quella che un anno fa seppellì alcune regioni sotto metri di neve, ma la si può considerare comunque una buona invernata in tipico stile mediterraneo.