Il vulcano Chaiten, nella Patagonia cilena, non aveva eruzioni in epoca storica e i geologi collocano la sua ultima eruzione a circa 9000 anni fa. Il suo lungo sonno è stato interrotto da un’eruzione esplosiva che è iniziata venerdì. La colonna di ceneri e lapilli “sparati” dal vulcano ha superato i 13 km. Dal punto di vista meteorologico, l’impatto dell’eruzione è arrivato fino alle coste atlantiche della Patagonia Argentina. Comodoro Rivadavia, situata a quasi 500 km di distanza dal vulcano, ha cominciato ad avere il cielo oscurato dalla cenere vulcanica nelle primissime ore di sabato. Sospinte da un forte vento “zonda” da nordovest (fino a 43 km/h, raffiche fino a 61 km/h), le ceneri vulcaniche sono divenute più abbondanti con il passare delle ore, con la visibilità scesa fino a 300 metri a metà pomeriggio, tra l’altro con il termometro salito fino a 25,5°C, oltre 11°C sopra media (lo zonda è il foehn andino).
2 cm di cenere hanno coperto anche Esquel, a soli 90 km dal vulcano, dove l’acqua non è potabile. L’attività eruttiva e l’espulsione di cenere si sono ridotte nella giornata di domenica, ma rimane lo stato di allerta. Sul versante cileno, 2000 persone evacuate a Chaiten, cittadina che porta lo stesso nome del vulcano, a soli 10 km dallo stesso.
Nel Brasile meridionale, una perturbazione in spostamento piuttosto lento ha portato venerdì e sabato piogge intense e persistenti, accompagnate da vento forte rafficoso. Florianopolis ha registrato oltre 75 mm di pioggia nelle 48 ore, con raffiche di vento a oltre 70 km/h sabato sera, mentre a Porto Alegre, la metropoli del Rio Grande do Sul, tra venerdì e le prime ore di sabato, ora locale, sono caduti 122 mm di pioggia, con raffiche di vento fino a 65 km/h.
Un sistema frontale ha portato piogge intense in Cina orientale tra venerdì e sabato. Wuhan, la capitale della provincia dello Hubei, ha registrato 159 mm di pioggia tra venerdì e sabato, mentre Kan-Yu, in Shandong, ha registrato 81 mm sabato.
Piogge intense in questi giorni anche in molte stazioni della Thailandia. Chanthaburi ha registrato 164 mm in 48 ore, tra sabato e domenica, mentre nello stesso periodo Ranong ha registrato 300 mm. Sabato, a, Thong Pha Phum 63 mm, a Mae Sot 53. Domenica, 99 mm a Phliu, 58 a Khlong Yai.
Ancora gran caldo in gran parte del Pakistan e del centro-nord dell’India sabato. In Pakistan, Jacobabad, Sibi e Nawabshah sono state le città più calde (massime 46,5°, 46,5° e 46,4°C, circa 3°C sopra media), seguite da Khanpur con 45,7°C e Pad Idan con 45,5°C (stessa temperatura registrata a Rohri e Bahawalnagar). In India, 46,2°C a Hissar, 44,6°C ad Amritsar (6°C sopra media), 44,4°C a Jaipur, 44,0°C ad Allahabad (3°C sopra media). Sulla costa sudorientale dell’India spiccano anche i 42,0°C di massima a Madras (ora Chennai) e i 43,4°C di Kakinada, valori 4°-5°C sopra le medie del periodo.
Il gran caldo del subcontinente indiano non ha dato tregua neppure domenica, quando Nawabshah ha raggiunto addirittura una temperatura massima di 47,5°C, seguita, nel “podio del caldo” pakistano, da Jacobabad e Sibi, entrambe fermatesi a 46,0°C. In India, Hissar è stata ancora una volta la più calda, con 46,2°C.
Molto caldo anche sabato in Finlandia centro-meridionale. Non si contano le località che hanno fatto registrare massime superiori ai 20°C, ma molte hanno addirittura superato i 22°C. Citiamo: Vaasa 24,4°C, Ylivieska 23,8°C, Kauhava 23,3°C, Lahti, Tampere, Utti 22,9°C, Ahtari 22,7°C, Halli 22,4°C, Tampere 22,2°C. Si tratta di temperature 7°/8°C più elevate rispetto alle medie di maggio. Temperature elevate comunque anche nel nord: Rovaniemi 19,5°C, Salla 18,0°C, Sodankyla 17,7°C, valori 8°/10°C superiori alle medie delle massime di maggio.