Meteo invernale:
cessate le nevicate nelle regioni settentrionali, sull’Italia insiste un’ampia area depressionaria contenente al suo interno aria relativamente fredda di origine artica. Depressione generatasi a seguito dell’irruzione artica passata e rinvigorita dall’azione ciclonica nord atlantica. L’instabilità stazionerà tra le regioni adriatiche e meridionali, le precipitazioni assumeranno carattere nevoso a quote relativamente basse.
Fa più freddo del normale:
sta per concludersi la prima metà di febbraio e come rimarcato nel precedente editoriale, le temperature sono risultate leggermente inferiori alla media trentennale di riferimento. Le registrazioni erano relativa alla prima decade, ma se consideriamo che continua a far freddo è assai probabile che le prime due settimane mensile mostreranno un’anomalia termica negativa.
Trend al ribasso:
la configurazione barica, avremo modo di descriverla a breve, è tale per cui masse d’aria fredda continueranno a confluire nel Mediterraneo. Osservando le proiezioni termiche a medio e lungo raggio è possibile notare un andamento delle temperature costantemente al di sotto della norma. Se l’ipotesi russa dovesse concretizzarsi è facile supporre una ulteriore recrudescenza invernale nel corso dell’ultima decade.
Il blocco atlantico:
analizzando la disposizione delle figure bariche principali abbiamo identificato due elementi sostanziali: la permanenza del blocco atlantico e l’afflusso di masse d’aria gelida dall’Artico Russo sino alle porte dell’Italia. Perde consistenza l’invadenza depressionaria atlantica, che avrebbe sospinto l’Alta delle Azzorre sulle nostre teste. Ciò nonostante è giusto rimarcare una certa ingerenza ciclonica a ridosso dell’Europa occidentale, che se confermata potrebbe aprire una breccia sulla Penisola Iberica inficiando parzialmente la tenuta del muro altopressorio.
Convergenza modellistica:
sino a qualche giorno era il Modello Europeo ECMWF a battere con costanza l’ipotesi “russa”, mentre l’americano GFS propendeva per un’azione atlantica rilevante. Nelle ultime 24 ore c’è stata una significativa virata da parte del modello statunitense, che ha iniziato a dipingere scenari decisamente invernali sin dagli esordi della prossima settimana.
Le differenze:
GFS propone una maggiore intrusione d’aria gelida, che potrebbe sfociare col passaggio di due nuclei ciclonici con rilevanti conseguenze in termini di precipitazioni. Ovviamente si tratterebbe di neve a bassissima quota. ECMWF propende per l’isolamento di una cellula anticiclonica a ridosso della Scandinavia e la rottura del blocco altopressorio causerebbe il passaggio del nucleo gelido a nord delle Alpi. In seguito, a titolo di curiosità, l’aria gelida potrebbe gettarsi sulla Francia e infine nel Mediterraneo.
Focus: evoluzione sino al 26 febbraio 2013
Il tempo resterà instabile nelle regioni adriatiche e meridionali, dove ci aspettiamo delle piogge sparse e nevicate a quote relativamente basse. Da non escludere sconfinamenti in collina su Marche e Abruzzo. Venerdì si potrebbe manifestare un temporaneo peggioramento ad opera di una rapida perturbazione atlantica, in successivo spostamento verso est. Nel weekend ci aspettiamo un generale miglioramento, ma nel contempo un calo delle temperature per via di crescenti spifferi gelidi da est.
La prossima settimana potrebbe rivelarsi decisamente fredda e non escludiamo l’arrivo di un vortice ciclonico dai Balcani. Se tale ipotesi dovesse concretizzarsi, il tempo peggiorerebbe nelle regioni adriatiche e meridionali e le precipitazioni assumerebbero carattere nevoso a bassissima quota.
Evoluzione sino al 03 marzo 2013
A cavallo tra fine mese e inizio marzo potrebbe realizzarsi una più vigorosa irruzione artico-continentale, che di fatto procrastinerebbe l’avvio primaverile a tempi migliori.
In conclusione.
E’ interessante notare come i modelli, a prescindere dalla diversa disposizione delle figure bariche, propendano per una prosecuzione di febbraio all’insegna dell’inverno.