Un’enorme massa di pioggia si appresta a cadere su alcune zone delle regioni settentrionali italiane: stavolta non sarà tanto la violenza dei fenomeni in brevi periodi di tempo a costituire l’elemento di maggiore preoccupazione, quanto piuttosto la prolungata durata del maltempo che rischia di sfogarsi sulle stesse aree per ben 4-5 giorni di seguito. Ci attendono insomma giornate caratterizzate da piogge battenti, che non daranno pressoché tregua, mettendo alla prova terreni, fiumi e laghi: tutto sta per iniziare e domani, venerdì, saranno Piemonte, Valle d’Aosta e Liguria di Ponente ad essere in particolare colpite dalle incessanti precipitazioni. Poi il maltempo infurierà anche sulle restanti aree del Nord, specie a ridosso dei rilievi prealpini esposti allo stau sciroccale.
Si tratta chiaramente di un tipo di dinamica da elevata criticità idrogeologica che potrebbe risultare fra le peggiori degli ultimi anni per parte del Nord Italia: in passato situazioni simili hanno generato eventi alluvionali, possiamo citare su tutti l’inizio novembre 1994 che presenta, almeno sulla carta, notevoli analogie. La situazione che si prospetta è quindi ben diversa da quella che ha generato l’alluvione di una decina di giorni fa fra lo spezzino e la Lunigiana: in quel caso una linea temporalesca a V aveva riversato precipitazioni violentissime in una determinata area per alcune ore, mentre stavolta a far paura sono proprio le piogge prolungate senza soluzione di continuità (fino a punte complessive di oltre 500 millimetri), con rischio che i fiumi non riescano a restare nei loro argini, così da favorire situazioni alluvionali da esondazione.
Cerchiamo di capire i motivi di una tale e gravosa persistenza del maltempo: l’elemento chiave si può individuare nell’anticiclone di blocco sull’Europa Orientale, che determinerà un inevitabile rallentamento del moto verso levante della perturbazione che si approssima sull’Italia. La lentissima evoluzione appare evidente se osserviamo le mappe in basso: la prima si riferisce alla situazione nella notte fra il 4 ed il 5 novembre, con l’ampia saccatura perturbata ben evidente appena ad ovest dell’Italia. Nella seconda cartina notiamo semplicemente l’evoluzione parzialmente cut-off, ovvero il taglio della saccatura ma con perno sempre ad ovest rispetto all’Italia, sul bacino occidentale del Mediterraneo.