Tra lunedì e le prime ore di martedì il tifone Nanmadol, attraversando le Isole Caroline, ha portato condizioni di tempo piovoso e tempestoso, in particolare sull’isola di Yap, amministrativamente appartenente agli Stati Federati di Micronesia. Lunedì 29 novembre sono caduti 49 mm di pioggia e le piogge sono continuate anche più intense nella giornata di martedì, con un “picco” di 106 mm in 6 ore, tra le 6 e le 12. In 6 ore la pioggia caduta è stata quindi quasi la metà di quella che normalmente cade nell’intero mese di novembre.
Obiettivo successivo di Nanmadol sono le Filippine, già in emergenza per il recente passaggio del tifone Muifa e per le piogge alluvionali associate al transito della depressione tropicale Winnie. Quest’ultima il 29 novembre ha portato piogge appunto molto intense, soprattutto nella parte settentrionale del paese, prima a est quindi a ovest. Questi alcuni accumuli significativi sulle 24 ore: Baguio 71 mm, Clark 93, Cabanatuan 158, Casiguran 118, Tayabas 76, Sangley Point 116, Isola Alabat 144, Puerto Princesa 74, Olongapo 67. Inondazioni a frane hanno causato ulteriori gravi danni e purtroppo numerose vittime umane.
E per le martoriate Filippine è purtroppo l’ora di fare i conti con la potenza distruttiva di Nanmadol. Nel tardo pomeriggio di lunedì esso era appunto a breve distanza dalla citata Yap e si spostava verso nordovest a 17 miglia orarie, con venti sostenuti fino a 85 miglia orarie.
Alle 12 GMT di martedì 30 novembre il centro di Nanmadol si era portato a 10,0°N 137,0°E, con venti sostenuti fino a 85 nodi, che ne facevano un ormai forte tifone di categoria 2. 6 ore dopo, alle 18 GMT (le 2 di mercoledì 1, ora filippina) l’occhio del tifone, che il servizio meteo filippino ha ribattezzato Yoyong, era a 10,7°N 135,2°E e la tempesta si era notevolmente rinforzata. A quell’ora infatti la pressione centrale era 955 hpa, i venti raggiungevano i 150 km/h, con raffiche di 185. Notevole la velocità di spostamento, in direzione ovest-nordovest: 35 km/h.
Due ore dopo, alle 4 di mattina di mercoledì, ora locale, la situazione era invariata, salvo le coordinate del centro, 10,8°N 134,5°E, 960 km a est di Guiuan, sulla parte est dell’isola Samar. Per la mattina di giovedì 2, ora locale (le 0 GMT), il centro dovrebbe localizzarsi a 13,7°N 126,3°E, 340 km a nordest di Guiuan, con venti rinforzati fino a 120 nodi (categoria 4), mentre 24 ore dopo, nella mattina (ora locale) di venerdì 3, esso dovrebbe trovarsi 80 km a nordest di Infanta, sull’isola Quezon. Muovendosi nella parte nord dell’arcipelago, il tifone si porterebbe poi con il suo occhio, sabato mattina, 280 km a ovest-nordovest di Dagupan, sull’isola Luzon. L’attraversamento sulla terraferma dovrebbe indebolire la tempesta, che riemergerebbe sul Mar Cinese Meridionale come tifone di categoria 1. Successivamente è possibile, secondo quanto indicano le previsioni, che esso cambi traiettoria, indebolendosi ancora, iniziando a muoversi verso NE e dirigendosi verso Taiwan, ma su questo avremo tempo di tornare.
Al momento è invece praticamente certo che nelle Filippine vi saranno ulteriori, gravi, eventi alluvionali e franosi, e lo stato di allerta è più che giustificato, soprattutto per i centri abitati posti sulle pendici dei rilievi sopravvento e per quelli lungo i corsi d’acqua.
Un altro ciclone tropicale si sta muovendo sull’Oceano Indiano Occidentale, poco a nord dell’Equatore, e ha già raggiunto le acque del Mare Arabico. Nel tardo pomeriggio di lunedì questo ciclone senza nome (sigla 05A) era centrato poco meno di 1000 miglia a est-sudest di Capo Gwardafuy, in Somalia. Con venti sostenuti fino a 75 miglia orarie, la tempesta si spostava verso nordovest a 10 miglia orarie.
Nella giornata di martedì 30 la tempesta ha continuato a muoversi, come ciclone di categoria 1, verso nordovest in mare aperto e alle 18 GMT il suo centro era a 6,7°N 59,7°E, con venti sostenuti fino a 65 nodi, per poi portarsi, nelle previsioni, a 8,2°N 56,0°E alle 18 GMT di mercoledì 1 dicembre, con intensità del vento invariata. Il giorno 2 dicembre la tempesta dovrebbe diminuire di intensità, diventando “tropical storm”, ancora diretta verso nordovest, avendo come possibile obiettivo l’isola di Socotra. Le bande nuvolose periferiche a questo ciclone hanno portato piogge piuttosto intense sulle Maldives.
La particolarità di questo ciclone è la zona in cui si è originato. Avendo preso vita a pochissima distanza dall’Equatore, intorno a 1° di latitudine nord, esso ha avuto una genesi anomala, essendo molto raro che i cicloni si originino tra l’Equatore e i 4° di latitudine, tanto nell’emisfero nord che in quello sud.