RISCHIO DI NUBIFRAGI – Quello che è successo negli ultimissimi giorni sulle vicine zone europee, a ridosso dell’Arco Alpino, rappresenta un serio campanello d’allarme per quel che potrebbe accadere in quest’inizio settimana sulle regioni del Nord Italia, in realtà già a partire dalle prossime ore. L’alta pressione africana stenta a manifestare un cedimento, ma la spinta dell’aria più fresca ed instabile atlantica determina un arretramento verso levante, seppur molto lieve, del cupolone anticiclonico colmo d’aria molto calda nei bassi strati. Cosa significa tutto questo? Semplicemente vuol dire che l’area di massimo contrasto, nella quale vengono a fronteggiarsi le masse d’aria più fresche atlantica con quelle più calde sub-tropicali, tende a coinvolgere a pieno titolo anche il Nord Italia.
FATTORI FAVOREVOLI AI TEMPORALI VIOLENTI – Un fronte instabile, coadiuvato dall’aria più fresca atlantica, si trova attualmente a ridosso delle Alpi, con manifestazioni temporalesche supportate dal calo dei geopotenziali e flusso in quota di correnti da S/SW (transito della corrente a getto). Il tempo sta così divenendo particolarmente instabile e nelle prossime ore i temporali non si limiteranno a colpire l’Arco Alpino o parte del Piemonte, come già accaduto nelle ultime ore. Ma quali sono gli ingredienti che giocano a favore della prevista recrudescenza temporalesca? In primis vi è da considerare l’aria caldo-umida ancora intrappolata sul catino padano, che fungerà da benzina sul fuoco per inasprire i temporali attesi nella seconda parte della giornata, quando i moti convettivi risulteranno ulteriormente esaltati dal riscaldamento diurno.