El Niño potrebbe riapparire nel giro di qualche mese, a detta degli esperti anche prima del previsto ovviamente in base all’evoluzione della temperatura superficiale delle acque del Pacifico Equatoriale.
Gli strumenti di analisi hanno rilevato, all’inizio di maggio, una crescita del livello delle acque superficiali nel Pacifico centrale . Il fenomeno solitamente è causato dalla risalita di uno strato d’acqua più calda appena al di sotto della superficie ed è considerato il primo indicatore della comparsa di El Nino.
Nel mese di maggio si parlò del fenomeno opposto, La Niña, scomparsa dalle acque del Pacifico non appena l’anomalia termica di quell’area oceanica veniva riassorbita. Si era entrati, a quel punto, in una fase cosiddetta di ENSO neutro.
Una delle immagini ottenute dal satellite USA/Europa Jason3, risalente al 9 aprile, evidenziava un’altezza del livello del mare sostanzialmente nella norma. Ai primi di maggio, invece, livelli più alti hanno progredito gradualmente verso est lungo la porzione tropicale dell’Oceano Pacifico (lungo l’Ecuador). Questo processo è noto come Onda di Kelvin, un segnale spesso considerato precursore di un evento di El Niño.
Secondo gli esperti, l’onda di Kelvin si sviluppa dopo alcuni brevi periodi nei quali i venti dominanti cambiano direzione: da est a ovest. A ciò va aggiunto il fatto che a gennaio c’è stato un indebolimento generale dei venti orientali lungo l’Ecuador. El Niño si verifica quando una serie di onde di Kelvin sono in grado di spostare masse d’acqua calda da ovest verso est lungo le coste dell’Ecuador, provocando un innalzamento del livello del mare nel Pacifico centrale e talvolta addirittura lungo le coste dell’America Centrale e Meridionale.