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ECMWF: Il freddo anticipa le mosse, prima sferzata d’aria polare nel cuore della prossima settimana

di Mauro Meloni
15 Nov 2008 - 12:37
in Senza categoria
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Nell'immagine è evidenziato l'isolamento di un vortice di Bassa Pressione a tutte le quote (proiezione a 500 hPa per le ore 00Z di Giovedì 20), a seguito di un primo moderato affondo freddo di matrice scandinava. Fonte: https://www.meteogiornale.it/mappe/
Le elaborazione modellistiche di questa mattina del centro di Reading ipotizzano prospettive ideali ad uno scenario barico sempre più marcatamente invernale; in base alle attuali indicazioni, la terza decade del mese si preannuncia con un raffreddamento severo su tutti i settori centro-orientali europei e Balcani, ma con probabili importanti ripercussioni anche per quanto concerne la nostra Penisola.

Attualmente la situazione è ben diversa, caratterizzata dalla presenza di un perno depressionario intrappolato sulle regioni meridionali, isolato dall’espansione anticiclonica verso l’Europa Centrale ed il Nord Italia. Nel frattempo non vi è ancora un significativo rallentamento dell’attività del Vortice Polare a latitudini alte, in modo tale da non permettere discese d’aria polare a latitudini più basse rispetto all’Islanda o alle zone settentrionali della Penisola Scandinava.

Un primo anticipo d’inverno potrebbe però giungere già nella prossima settimana, sul medio termine (evoluzione per il periodo del 19-21 Novembre), in anticipo rispetto alle proiezioni viste fino a ieri. Si attende la penetrazione di un affondo ciclonico a carattere freddo, in successivo isolamento sui bacini centro-meridionali italiani, con conseguente tempo instabile e localmente perturbato. La causa di questo primo peggioramento sarebbe da attribuire sarebbe da attribuire all’Anticiclone oceanico, posizionato più ad ovest in maniera tale da permettere l’ingresso del nucleo ciclonico sul cuore del Mediterraneo.

Il conseguente cedimento barico andrebbe a generare un importante e profonda circolazione di Bassa Pressione sui mari italiani. L’evoluzione a cut-off farebbe man mano smorzare l’entità dell’aria moderatamente fredda annessa al nucleo ciclonico, considerato il fatto che verrebbe a mancare quasi subito l’ulteriore significativa alimentazione del flusso freddo in quota. Di conseguenza, si attendono nevicate fino a quote localmente collinari lungo alcuni settori alpini e dell’Appennino Settentrionale, mentre sulle restanti regioni la neve imbiancherà solo le montagne al di sopra dei 1000-1300 metri.

Quale l’evoluzione successiva? Sul finire della prossima settimana l’espansione dell’Alta Pressione oceanica farà in modo d’attenuare il vortice in isolamento fra Basso Tirreno e Mar Ionio, consentendo un graduale deciso miglioramento. L’Alta Pressione manterrà tuttavia i massimi barici in Aperto Atlantico, mantenendo un occhio di riguardo per nuove sortite verso nord, ponendosi lungo i meridiani.

Questa dinamica si rafforzerà tra Domenica 23 ed i primi giorni della nuova settimana, dando il via libera all’intenso sprofondamento del Vortice Polare (lobo scandinavo) verso l’Europa Centro-Orientale, i Balcani, il Mar Nero e la Penisola Ellenica, tutte zone ove si farebbe strada un’intensa colata d’aria polare-marittima. L’Anticiclone, con le sue propaggini orientali, tenterà di resistere lungo le zone occidentali europee (Francia e Penisola Iberica), evitando inoltre un interessamento troppo diretto dell’ingerenza fredda polare verso il nostro Paese.

Tuttavia, appare ancora prematuro stabilire l’entità di un eventuale interessamento freddo del nostro Paese, in quanto la tendenza meteo appare ancora in bilico, con costante balletto delle varie elaborazioni modellistiche sul lungo termine. Nel frattempo, una prima incursione d’aria fredda perturbata, come già descritto, è attesa per la prossima settimana, ad iniziare dalla giornata di Martedì 18: in questo caso le probabilità di realizzazione appaiono già nettamente più elevate, in quanto si tratta di un’ipotesi percorsa in maniera pressoché simile da altri modelli, a cominciare dalle stesse GFS, le quali evidenziano una profonda ciclogenesi sul cuore dell’Italia.

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