Osservando le elaborazioni modellistiche del centro di calcolo inglese pare evidente come la fase di maltempo della settimana natalizia sarà ben presto sostituita da un evoluzione atmosferica improntata verso uno ristabilimento del campo pressorio su valori indicanti bel tempo.
Benché possa sembrare alquanto spiacevole (per gli amanti del freddo) quel che pare verificarsi da qui al lungo termine, è importante sottolineare come le cosiddette “secche invernali” non siano infrequenti. Soprattutto agli inizi del nuovo anno e fino alla prima quindicina del c.m. Capita spesso infatti che promontori di alta pressione di matrice oceanica trovino alloggio nel bacino centro occidentale del Mediterraneo regalando fasi di tempo soleggiato e relativamente mite, con fenomeni di inversione termica nelle grandi pianure del nord e nelle valli interne del centro sud. Il tutto favorendo temperature minime talvolta ben al disotto dei valori medi stagionali ed un contenimento dei valori massimi per via delle estese nebbie presenti durante il giorno.
E l’evoluzione che delineano la gran parte dei modelli per la nuova settimana sembra essere diretta lungo la direzione sopra descritta. Ma volendo andare nel dettaglio della configurazione barica, è certamente fondamentale sottolineare come le due figure principali restino sempre e solo due. Il vortice polare e l’alta delle Azzorre. Entrambi hanno caratterizzato il tempo per buona parte dell’anno appena conclusosi, determinando spesso le sorti precipitative sulla nostra penisola.
Tuttavia, in quest’ultimo periodo, il vortice a carattere freddo situato a latitudini settentrionali rappresenta l’elemento di forza che, nel bene o nel male, condiziona il tempo su tutto il bacino del Mediterraneo. Con la sua intensa attività è in grado infatti di limitare le eventuali risalite dinamiche dell’azzorriano verso il grande nord. In tal modo il grande freddo rimane relegato nei territori di propria appartenenza mentre l’alta oceanica, non avendo alternative diverse, viene schiacciato lungo i paralleli allungandosi verso la nostra penisola.
Ecco allora che le uniche fasi perturbate restano condizionate alla possibile o meno discesa di saccature inviateci dallo stesso vortice ed annesse a rallentamenti delle correnti aeree presenti alle alte quote dell’atmosfera (jet stream).
Il discorso finora affrontato riassume in sostanza quel che viene prospettato dal modello ECMWF nel medio-lungo termine. Volendo quindi stilare una previsione si potrebbe dire che nei prossimi giorni il tempo volgerà verso un deciso miglioramento, con il sole che la farà da padrone su gran parte del centro sud. Il nord vedrà invece un aumento delle condizioni favorevoli ad inversioni termiche di rilievo con le nebbie che si manifesteranno sempre più frequentemente ed intensamente. Fenomeno che potrebbe verificarsi anche nelle valli interne del centro sud.
Qualora ci si chiedesse quando cambierà tale situazione, possiamo solamente ipotizzare un cambio verso la fine della prossima settimana quando pare profilarsi un indebolimento del vortice polare. E questa, al momento, pare l’unica condizione veramente in grado di determinare un cambio di circolazione duraturo. Ma non scordiamoci che i mesi invernali per antonomasia risultano, anche statisticamente, gennaio e febbraio. Pertanto non resta che dare tempo al tempo con la consapevolezza che il freddo, quello vero, arriverà. Non sappiamo se durerà due giorni o un mese ma certamente le occasioni affinché anche in pianura si possa godere della “dama bianca” ci saranno.