L’analisi del modello di Reading evidenzia sempre la predominanza di un vortice polare in area nord atlantica, sempre attivo e pimpante, mentre in opposizione rimane la figura anticiclonica dell’alta delle Azzorre in estensione verso il centro e nord Europa con interessamento di parte della nostra penisola. L’instaurarsi dall’inizio dell’anno di un forte anticiclone dinamico in area russo-scandinava creerà le condizioni per l’esposizione a correnti orientali fredde sulla nostra penisola. Nel lungo termine appaiono invece ipotesi perturbate in area mediterranea a causa proprio di una frattura dell’alta pressione precedentemente estesa dall’oceano fino alla Russia. Vediamo nel dettaglio le possibili soluzioni proposte quindi dal modello ECMWF nel medio e lungo termine.
Analisi medio termine 72-120 ore
Partendo dalla giornata di fine anno si evidenzia una forte estensione anticiclonica dall’Oceano Atlantico alla Russia. Appare inoltre una frattura evidente del jet stream polare in area Artica con l’alta pressione in estensione fino a nord della Gran Bretagna e al Mar Norvegese. In questo caso le correnti atlantiche pilotate dalla corrente a getto polare viaggiano attorno alla forte depressione in area islandese fino a poi arrivare al Polo. Ad est una depressione in area scandinava pilota correnti fredde verso l’Europa. Una situazione depressionaria è presente nel Mediterraneo meridionale con interessamento del sud Italia.
Il primo giorno dell’anno nuovo lo schema generale non cambia. La depressione in quota proveniente dal nord della Scandinavia finirà per interessare le regioni confinanti ad est della nostra penisola. Inoltre l’estensione dell’alta delle Azzorre verso i meridiani appare più evidente andando a creare un solido ponte anticiclonico con blocco alle correnti occidentali. È proprio in questa fase che si evidenzia la circolazione orientale delle correnti con quindi fase contraddistinta da possibile freddo in costante arrivo sulle nostre regioni esposte ad est.
Il 2 gennaio 2008 cominciano a prendere piede due circolazioni contrapposte in quota, una di natura fredda posizionata fra il Mar Adriatico e i paesi dell’Est Europa, e una di natura anticiclonica estesa fra la l’Europa Occidentale e la Scandinavia. Nell’area fra il Mar di Barents e la Scandinavia prende piede un forte anticiclone dinamico.
Analisi Lungo termine 144-240 ore
A partire dal 3 gennaio appaiono i primi segnali di una fase disarticolata caratterizzata dal consolidamento dell’alta pressione sul Nord est Europa mentre correnti fredde provenienti da est mantengono alimentata la circolazione depressionaria in quota in Europa centrale. Il giorno 4 invece appare una possibile evoluzione molto interessante da tenere d’occhio con formazioni depressionarie in area mediterranea determinate dall’aria fredda proveniente da est e nordest. La corrente a getto si divide in due rami uno a puntare il nord Europa fino a scorrere sul bordo occidentale dell’alta pressione posizionata sul nord est Europa, e l’altro ramo invece che tenderà ad entrare veemente verso il Mediterraneo. La soluzione quindi da esaminare nei successivi giorni è di frattura del ponte anticiclonico con depressioni mediterranee che finiranno per essere alimentate da correnti più umide occidentali. Questa fase evidenzia inoltre le possibilità di un peggioramento che potrebbe anche essere a carattere nevoso su buona parte della Penisola a causa dell’aria fredda precedentemente giunta da est.
Nei giorni seguenti ECMWF delinea un nuovo rinforzo della depressione nord atlantica con nuova possibile temporanea fase di rimonta anticiclonica oceanica sul centro Europa fra il giorno 5 e 6 gennaio a precedere un nuovo peggioramento da ovest.
Sul lungo termine però a mio parere non conviene soffermarsi troppo vista la possibile evoluzione precedente caratterizzata da uno spiccato dinamismo atmosferico. Indubbiamente rimane da confermare il tutto vista la distanza previsionale, ma le possibilità di una fase nevosa diffusa sulla nostra penisola nei primi giorni dell’anno non appaiono per nulla remote.