Non sarà solo un fenomeno suggestivo e spettacolare quello che ci attende nelle ore mattutine di domani (vedi qui i dettagli): come già ampiamente sottolineato, non finiremo mai di raccomandare la massima prudenza nell’osservazione dell’evento. Non bisogna assolutamente guardare il sole ad occhio nudo o con metodi che non siano quelli indicati per proteggere la vista: lo strumento più sicuro sono gli occhialini appositi o anche gli occhiali da saldatore con indice di protezione 14. Un’altra questione da non trascurare è legata ai possibili disagi: l’eclissi di sole, pur parziale, potrebbe in realtà mettere a rischio l’approvigionamento energetico europeo con conseguenti rischi d’interruzioni ai sistemi di trasmissione elettrica. L’allarme è particolarmente sentito soprattutto in Germania, che negli ultimi anni ha installato numerosissimi impianti funzionanti ad energia solare, capaci di soddisfare addirittura un quarto dei loro consumi. L’Entsoe (Rete Europea che unisce 41 gestori di rete in 34 paesi) ha previsto in Italia una riduzione del 21% della produzione nel momento di massimo oscuramento e del 50% in Germania per un totale di circa 34 Gigawatt. Inoltre qui in Italia, durante il fenomeno, Terna ha disposto per precauzione il distacco per 24 ore di tutti gli impianti eolici e fotovoltaici da 100 o più kilowatt, sempre al fine d’evitare squilibri nella produzione di energia.
Da cosa deriva tutta questa apprensione? La domanda sorge d’obbligo, considerando che poi l’eclissi sarà visibile totale solo a ridosso del Polo Nord, in direzione delle Fær Øer e delle Svalbard. Basta tornare indietro all’11 agosto 1999 per ritrovare un’eclissi ben più rilevante in Europa, visibile come totale da molte nazioni del Continente. Rispetto a sedici anni fa la capacità di produzione fotovoltaica si è notevolmente incrementata: nel 1999 avevamo infatti una presenza di pannelli fotovoltaici cento volte inferiore rispetto ad ora, soprattutto in Germania ed in Italia. Nel dettaglio, durante l’eclissi (in caso di cielo molto assolato) la sparizione temporanea causerà improvvisamente su gran parte del Continente un brusco ribasso della produzione fotovoltatica, che metterà tutti i gestori a dura prova sulla necessità d’intervenire in modo coordinato per mantenere l’equilibrio tra produzione e consumo elettrico. Se non è compensato in pochi istanti il ribasso della produzione potrebbe creare, appunto, uno squilibrio rilevante tra produzione e consumo, provocando contemporaneamente una variazione notevole della frequenza elettrica con la quale funzionano le reti di distribuzione dei 34 Paesi europei interconnessi. Ciò potrebbe quindi causare blackout a cascata, anche tra un Paese e l’altro come accaduto nella rovente estate del 2003.