La circolazione su vasta scala, lo abbiamo detto più volte, ha subito in questi ultimi anni non poche variazioni, proponendo scambi termici accentuati tra il Grande Nord ed il profondo Sud. Le classiche figure bariche alle quali eravamo abituati hanno perso le loro solite posizioni, mentre altre (vedi depressione semipermanente d’Islanda) hanno quasi azzerato la loro influenza.
È chiaro che qualcosa è accaduto ed ancora sta accadendo, determinando un tipo di clima che assomiglia più a quello Continentale Americano che al nostro caro vecchio regolatore Oceanico. Forse siamo all’inizio di un più profondo cambiamento, o forse solo al via di un ciclo come già ve ne erano stati in passato. Ancora non lo sappiamo. Solo il correre del tempo potrà darci delle risposte.
Ma nel frattempo siamo qui, a discernere circa le varie evoluzioni meteorologiche interessanti la nostra bella Italia. A stupirci quando magari si manifestano situazioni ritenute fuori norma per quel determinato periodo. Ma allora, come possiamo definire questo mese di giugno? Beh, la nostra analisi vuole prendere in considerazione solo le configurazioni bariche, anche se poi, a ben vedere, ci sarebbe ben poco dire. Perché? Semplice, sempre e solo scambi meridiani.
Ed allora, ecco che i primi giorni del mese ci consegnarono temperature diffusamente sopra la media, nonostante non si fosse sotto l’influenza diretta di onde Africane. E quel che purtroppo fa riflettere è la facilità con la quale si toccano picchi di caldo anche in assenza di aria veramente calda.
Successivamente abbiamo avuto un evento che ha consentito un ritorno in “media” con l’andamento stagionale. Aria molto più fresca, diciamo fredda, di estrazione Polare si è gettata verso il Mediterraneo, determinando un forte abbassamento delle temperature e favorendo la ricomparsa della neve in località montane a quote relativamente basse. Sono stati sfiorati vari record di freddo che reggevano da decenni. In alcuni casi sono proprio caduti.
E poi? Giunti al 21 giugno, primo giorno effettivo d’estate, abbiamo avuto delle condizioni meteorologiche governate da instabilità pomeridiana diffusa, da Nord verso Sud. I temporali non hanno dato tregua a molte regioni dello stivale, mostrandosi spesso veramente cattivi. Importante sottolineare come non si siano registrati eccessi in termini di caldo o freddo, con un andamento tutto sommato “normale”. Solo da qualche giorno stiamo assistendo alla prima vera fase calda della stagione, complice l’alta pressione delle Azzorre supportata in quota da un contributo più caldo Africano. Fase questa che sembra destinata a protrarsi fino alla fine del primo mese d’estate.
Ma come detto e ridetto in occasione delle varie analisi a lungo termine, sembra che il tema dominante rimarrà sempre lo stesso: gli scambi termici di calore. Insomma, dovremo abituarci (o forse no?) ad un nuovo tipo d’estate Mediterranea, nella quale gli eccessi in un senso o nell’altro non faranno più notizia.