Cambio di guardia improvviso:
ultimamente abbiamo fatto il callo a cambi circolatori repentini, ma non sempre omogenei. Su alcune regioni abbiamo avuto piogge alluvionali anche in precedenza, mentre su altre è dallo scorso luglio che non si osservano precipitazioni degne di tal nome. In Sardegna, giusto per farvi un esempio, la carenza pluviometrica degli ultimi mesi è talmente grave da causare – è notizia di ieri – inusuali incendi autunnali. Abbiamo dovuto pazientare a lungo, sopportando anche ultimamente un quadro termico-barico a dir poco anomalo. Ed ovviamente, considerando il surplus termico pregresso, ai primi assalti perturbati ecco scatenarsi fenomeni violenti.
Novembre, mese infausto:
l’ultimo decennio è stato segnato, pesantemente, da frequenti eventi alluvionali proprio nel mese in corso. A fine ottobre scrivemmo un articolo sull’argomento, rimarcando la crescita esponenziale di certi accadimenti e mettendovi in guardia dal rischio che potessero ripetersi. Ma quel che non s’era detto, anche se crediamo fosse sottinteso, è che le ultime stagioni autunnali hanno proposto – sovente – lunghi periodi di caldo tali da creare quel serbatoio energetico indispensabile alla manifestazione dei nubifragi. Ed è ciò che sta avvenendo anche in queste ore.
Il maltempo è soltanto agli inizi:
purtroppo l’attuale peggioramento durerà diversi giorni. Al momento siamo investiti da piovosissime correnti meridionali, sostenute dall’affondo ciclonico sulla Penisola Iberica. A partire da domani, invece, i venti di Scirocco verranno alimentati da un Vortice di Bassa Pressione che andrà a svilupparsi tra le due Isole Maggiori e che impiegherà del tempo prima di assopirsi. Ciò vuol dire, ma avremo modo di riprendere l’argomento più avanti, che temporali e nubifragi si estenderanno anche ad altre regioni d’Italia.
Maltempo duraturo:
ciò che emerge dall’analisi modellistica odierna è la reiterazione dei fenomeni anche nel corso della prossima settimana. Le dinamiche non dovrebbe discostarsi dalle attuali, difatti avremo l’affondo di una seconda saccatura nord atlantica lungo l’asse franco-iberico e la successiva propagazione sull’Italia. Il coinvolgimento del nostro Paese verrà favorito dalla permanenza di una ferita ciclonica evidente, che non consentirà alcuna rimonta anticiclonica.
Strada atlantica spalancata:
lo scenario evolutivo suddetto sembra destinato a protrarsi anche nella seconda metà di novembre. I modelli propendono per un rinforzo della Depressione d’Islanda, tale da sospingere nuovi impulsi perturbati nel cuore del Mediterraneo. Quel che preoccupa, inoltre, è la permanenza di un coriaceo blocco anticiclonico sull’Europa orientale. Chi ci segue, o chi ha un minimo d’esperienza in materia, saprà che la presenza di una struttura altopressoria in quella posizione ostacola la “naturale” progressione ciclonica verso est. Per intenderci: le piogge potrebbero stazionare pericolosamente sulle nostre regioni.
Temperature superiori alle medie:
un altro aspetto molto interessante è dato dal profilo termico peninsulare. Le temperature potrebbero mantenersi superiori alla norma, il ché significa prevalenti correnti meridionali o se preferite ulteriori affondi ciclonico sulla Penisola Iberica. Dinamiche tipicamente autunnale, sia ben chiaro, ma che rischiano di consegnarci l’ennesimo mese dell’anno all’insegna del caldo anomalo.
Focus: evoluzione sino al 18 novembre 2014
Come detto si prospetta una settimana a dir poco turbolenta, anche nella seconda metà. Le precipitazioni più intense si trasferiranno verso il Sud, ma non mancherà occasione per altri nubifragi anche su Centrali tirreniche e Nordest. Il Nordovest, al contrario, usufruirà di un temporaneo parziale miglioramento.
La situazione dovrebbe peggiorare nuovamente fin da domenica 9 novembre, quando un’altra perturbazione atlantiche si scaglierà su Sardegna, Liguria e regioni tirreniche. Perturbazione che si estenderà alle rimanenti zone del Paese nel corso della prossima settimana.
Evoluzione sino al 23 novembre 2014
Poche le variazioni attese. Il treno di perturbazioni atlantiche potrebbe avere come unico capolinea l’Italia, procrastinando la fase di maltempo anche all’ultima decade mensile.
In conclusione.
L’Autunno, pur con grave ritardo, sembra intenzionato a riprendersi il trono scacciando via quegli usurpatori anticiclonici che fino all’altro ieri sembravano invincibili.