Ci risiamo. Non è ancora entrata l’estate astronomica e già la Sicilia è in una vera e propria fornace. Troppo pochi sono i chilometri che dividono l’Isola dal continente nero per non subire il ruggente e odiato alito caldo africano.
Stamani dando una occhiata all’archivio mappe del centro di Reading saltava all’occhio la enorme simiglianza tra il giungo 2006 e questo che stiamo vivendo. Quel mese si contraddistinse per una prima decade fredda (ricordo i +7° a 850 Hpa) e una seconda parte del mese infuocata quando avvenne la prima vera bolla sahariana.
Oggi sembra ripetersi quella configurazione. La solita goccia fredda in discesa ad ovest delle coste portoghesi sta provocando una
poderosa risposta anticiclonica, di chiara matrice continentale, che ha come principale risultato un repentino innalzamento dei livelli di geopotenziali (attualmente sulle nostre teste vi è un 595 dam). Ecco quindi che quota 40° C al suolo viene facilmente sfondata sopratutto nella Piana di Catania (paurosa la sensazione di calore con umidità relativa superiore al 70%) e in buona parte di tutto l’entroterra.
Come al solito le zone costiere beneficiano dell’azione mitigatrice del mare anche se il forte vento di scirocco che sta alzandosi in queste ore potrebbe annullare ogni beneficio in tal senso.
Ma la cosa che dà veramente sconforto è l’analisi delle carte da cui non si vede una via di uscita certa da questa sconcertante situazione. Appare chiaro che le bolle sahariane spaventano di piu’ non soltanto per la loro intensità ma anche, e forse sopratutto, per la loro durata.
Sei o sette giorni di altissime temperature con siffatti livelli di geopotenziali potranno causare seri danni alle cose e alle persone.
E’ raccomandabile, in ispecie per le persone anziane, non uscire di casa nelle ore centrali della giornata e curare l’alimentazione.