Avvio primaverile d’altri tempi:
avrete letto, in questi giorni, vari approfondimenti climatici sul mese di marzo. E’ emersa, da un’attenta analisi, una possente anomalia barica i cui effetti si sono riversati su gran parte del Continente Europa. A nord delle Alpi continua a far freddo, o meglio, permane un afflusso gelido di origine artica. Più a sud, nel Mediterraneo, piove più del normale perché le perturbazioni atlantiche sono costrette a percorrere strade alternative rispetto alle normali rotte. Ecco quindi che è piovuto in abbondanza sul Portogallo, in Spagna, nel sud della Francia e ovviamente in Italia.
Quali le cause?:
Illustri esperti climatologi continuano a battere la pista dello scioglimento dei ghiacci dell’Artico, che condurrebbe a stagioni invernali molto più fredde e durature come quest anno. Dal nostro punto di vista non possiamo far altro che appurare un profondo cambiamento del clima nel corso degli ultimi decenni. L’estremizzazione è sotto gli occhi di tutti, a prescindere dal tipo delle masse d’aria e delle configurazioni in arrivo.
Regime Atlantico prevalente:
il flusso zonale, o se preferite la circolazione atlantica, continuerà ad apportare condizioni di maltempo anche nei prossimi giorni. Le varie proiezioni modellistiche indicano come probabile l’isolamento di un’ampia struttura depressionaria sulle Penisola Iberica e il successivo spostamento verso est. Il perché del transito delle perturbazioni a latitudini così basse è presto detto: la persistenza di un’area anticiclonica sull’Europa settentrionale, la stessa che sta pilotando l’aria gelida artica nel cuore del Continente.
Primi cenni di cambiamento:
abbiamo spulciato i vari modelli, in particolare quelli che consentono di stilare una linea di tendenza nel lungo periodo. Tra questi rientra a pieno titolo l’Americano GFS, che fin dalla scorsa settimana propone consistenti rimonte anticicloniche attorno a metà mese. Ipotesi, lo si è detto in apertura, statisticamente probabili perché è impensabile che il freddo possa continuare a spadroneggiare in lungo e in largo.
Lo schema barico:
la disposizione delle strutture di alta e bassa pressione dovrebbe mutare fin dalla prossima settimana. Anzitutto dovrebbe terminare l’egemonia anticiclonica tra il Regno Unito e la Scandinavia, cosicché le perturbazioni atlantiche avrebbero modo di riportarsi più a nord determinando un deciso addolcimento del clima. Non solo, l’innalzamento del flusso zonale liberebbe l’Alta delle Azzorre, finalmente in grado di spingersi verso nord. Sembrerebbe, il condizionale è d’obbligo, che la spinta possa avvalersi di un supporto caldo subtropicale a seguito di uno sprofondamento ciclonico in pieno Oceano. Ecco spiegata la ragione delle prime, significative “scaldate” di stagione.
Focus: evoluzione sino al 16 aprile 2013
Sull’Italia sta per giungere una nuova perturbazione, che fin dalla giornata di giovedì determinerà un severo peggioramento del tempo nelle regioni nordoccidentali e in Toscana. In seguito si estenderà verso le altre regioni e nel weekend insisteranno strascichi instabili consistenti specie a ridosso dei rilievi. La situazione non dovrebbe mutare, nel senso che anche agli esordi della prossima settimana ci aspettiamo il ritorno delle piogge e dei temporali.
Un cambio di scenario sostanziale potrebbe avvenire a cavallo di metà mese, quando una prima rimonta anticiclonica subtropicale porterebbe un periodo di stabilità più prolungato e un consistente rialzo delle temperature.
Evoluzione sino al 21 aprile 2013
Difficile dire, fin da oggi, se si tratterà di una stabilizzazione duratura oppure no. Al momento ci sentiamo di propendere più per una fase governata da scambi meridiani vigorosi, che potrebbero sfociare successivamente nel ritorno del maltempo anche in Italia.
In conclusione.
Anche aprile sembra intenzionato a voler proseguire sulla falsa riga del mese passato, perlomeno in questa prima fase. Dopo, forse, potrebbero farci assaporare i primi cenni dell’imminente bella stagione.