I disturbi a carico del Vortice Polare, in particolare sulla sua porzione troposferica (quella che staziona a quota “inferiori”) sono terminati. A certificare tale affermazione vi sono tutta una serie di indici climatici, sulla base dei quali possiamo anche aggiungere che l’imminente configurazione anticiclonica – l’Omega Blocking – sarà davvero difficile da scalfire.
I due pattern climatici che meglio identificano la salute del Vortice Polare sono due: l’AO e il NAM. Il primo, riferito alle basse quote, dovrebbe attestarsi su valori decisamente positivi entro metà mese. Il secondo, che invece ci offre una panoramica della struttura del Vortice a tutte le quote, ha superato la soglia di +1,5. Valori positivi, su entrambi gli indici, confermano un rinforzo o compattamento del Vortice Polare. In tal modo perdono consistenza gli scambi meridiani e le masse d’aria fredda rimangono ancorate oltre il 60° parallelo.
La QBO (Quasi-Biennal Oscillation) è un altro indice importantissimo, che indica l’andamento della circolazione d’alta quota a latitudini equatoriali. Se l’indice è negativo, la circolazione è orientale. Se positivo è occidentale. Importante la sua correlazione con l’attività solare. Attualmente siamo su valori positivi che se associati ad un’attività medio/bassa – come l’attuale – precludono il trasferimento ad alta quota dall’equatore verso i poli di un elemento importantissimo: l’Ozono. Ozono che, per chi non lo sapesse, rappresenta uno degli elementi in grado di arrecare disturbi consistenti all’attività del Vortice Polare Stratosferico.
In definitiva, la mappa deterministica che vi mostriamo – una MultiModel relativa al 17 dicembre – ha ottime probabilità di realizzazione. Ciò significa che per altri 7-10 giorni dovremo mettere in conto un persistente blocco anticiclonico a cui potrebbe far seguito un graduale ricompattamento del Vortice Polare a tutte le quote. Insomma, l’Inverno si fermerà per un po’ ai nastri di partenza.