A DUE ANNI DALL’ALLUVIONE Resta sempre impresso nella memoria ciò che è successo nei primi giorni di novembre del 2010, con il Veneto in ginocchio per via di un episodio di maltempo eccezionale: alla fine si contarono 3 vittime, un numero alla fine da considerarsi piuttosto fortunoso visto che la popolazione nel complesso colpita dalle conseguenze alluvionali fu di circa mezzo milione. Interi piccoli comuni isolati e sommersi, dal veronese al vicentino e poi sul basso padovano. I maggiori danni furono provocati dall’esondazione del Bacchiglione e dai suoi affluenti: lo stesso capoluogo Vicenza venne in parte sommerso, anche se l’esondazione del fiume qui non è poi un accadimento così infrequente.
DINAMICA DEL MALTEMPO – L’irruzione sul Mediterraneo nord-occidentale di una profonda saccatura nord-atlantica, ha determinato la formazione di un minimo di pressione che si è andato allargandosi, isolandosi in cut-off, tra le Baleari e la Sardegna. Un esteso fronte caldo, originato dalla circolazione sciroccale che ha risalito il Mar Adriatico, si è addossato al settore alpino italiano. Il sollevamento forzato dell’aria molto umida e ricca d’energia, al contatto col Mediterraneo, una volta raggiunti i primi contrafforti delle Prealpi (effetto stau), ha innescato piogge forti e persistenti verso le montagne venete.
QUASI 500 MM DI PIOGGIA IN CIRCA 48 ORE Una quantità d’acqua impressionante sulla fascia prealpina del Veneto, che non lasciò scampo ai corsi d’acqua già citati, non in grado di poter reggere una tale mole di pioggia. Vanno infatti evidenziate due principali aggravanti che contribuirono a peggiorare la situazione: anzitutto l’afflusso mite sciroccale che accompagnò il maltempo determinò il repentino scioglimento della neve presente in quota sulle Alpi. Le precipitazioni assunsero carattere nevoso solo ben al di sopra dei 2500 metri, un fatto abbastanza comune nelle avvezioni calde autunnali.
I DATI DELLE PIOGGE – Lo stesso vento di scirocco, determinando una mareggiata sulle coste adriatiche, ostacolò il deflusso dell’acqua dei maggiori fiumi verso l’Adriatico, contribuendo ad accentuare ulteriormente le pesanti esondazioni. Questi alcuni dei dati pluviometrici rilevati dalla rete ARPAL nelle giornate del 31 ottobre e del 1° novembre. Cansiglio 415.6 mm, Turcati Recoaro 415.6 mm, Passo Xomo Posina 408.8 mm, Rifugio la Guardia (Recoaro) 403.6 mm, Valli del Pasubio 394.4 mm, Feltre 303.2 mm.