Proseguiamo la nostra serie di articoli riguardanti le proiezioni meteo climatiche a lungo termine proponendovi qualche riflessione sui risultati vari ed eventuali dei movimenti dell’atmosfera.
Se guardate i modelli fisico matematici, sia che lo facciate per diletto sia che lo facciate per qualsivoglia motivo, avrete certamente visto un netto cambiamento nel posizionamento delle alte e delle basse pressioni. Stiamo parlando del periodo a cavallo tra fine novembre e inizio dicembre, perché prima probabilmente torneremo a parlare di bel tempo e di temperature in rialzo. Ma saremo ormai alla fine dell’autunno, quindi anche un periodo di stabilità atmosferica non sarà come qualche mese fa. Parleremo quasi sicuramente di nebbie, di inversioni, di gelate.
Una premessa necessaria, perché con ogni probabilità quella rimonta anticiclonica segnerà il cambio di passo stagionale. Attenzione però, ciò non vuol dire necessariamente freddo. Potrebbe anche insistere l’Anticiclone, perché molto dipenderà da quel che succederà nell’Oceano Atlantico. Ma perché a ovest e non a est? Perché sembra ormai assodato un super raffreddamento dell’Europa orientale, della Russia e soprattutto della Siberia.
Raffreddamento che sarà dovuto principalmente allo spostamento del Vortice Polare sul continente euroasiatico. Quindi questo elemento lo possiamo considerare un dato di fatto. Tra l’altro, giusto per dire, un raffreddamento di quei settori è quanto mai indispensabile per poter vedere del vero freddo spingersi sul Mediterraneo.
Ora veniamo all’Atlantico. Qualche modello ipotizza meno vorticità, ossia meno attività depressionaria, se così fosse l’Alta delle Azzorre avrebbe vita facile nello spingersi a nord. A quel punto le eventuali irruzioni fredde potrebbero effettivamente puntare l’Italia.
Se al contrario le vorticità, quindi l’azione depressionaria, dovessero insistere e posizionarsi in vicinanza delle Azzorre allora sarebbero “dolori”. Dolori nel senso che l’Alta Pressione potrebbe sì spingersi a nord, ma in una posizione nettamente più centrale. Per intenderci, si posizionerebbe tra il Mediterraneo e l’Europa centrale. Potrebbe trattarsi di un cosiddetto blocco a “omega”, una di quelle situazioni potenzialmente persistenti e deleterie per tutta una serie di motivi. In primis la carenza di precipitazioni (anche se è vero che in questo momento piove fin troppo), poi per temperature sicuramente superiori alle medie climatiche.
Come vedete sono tanti, tantissimi gli elementi che andranno valutati attentamente. Fin tanto che i modelli non ci daranno una risposta attendibile dovremo rimanere nel campo delle ipotesi evolutive. Così faremo.