I modelli che osservano le oscillazioni della corda atlantica (NAO), ci propongono, già verso la fine del corrente mese, un netto valore positivo, tra +5/+6 alla quota di 300 hpa, circa la variazione dell’indice di blocco alle correnti atlantiche (B.I.). Un valore che in assoluto, rappresenterebbe una vistosa rimonta dell’HP atlantico (Azzorre) in posizione di argine ai flussi miti ed oceanici, in direzione dell’Europa più occidentale.
La stessa propensione indicata da questo valore indica in maniera importante l’espansione dell’onda atlantica in posizione verticale e di netta chiusura.
Quindi potremmo ipotizzare, verso la fine di dicembre o inizi del mese entrante, una situazione favorevole a “profondi” affondi artici verso l’Europa centrale, con ripercussioni possibili in ambito Mediterraneo.
Quanto questo valore inizia a farsi, in progressione, sempre più positivo e ben incastonato ad altri indici atmosferici, la possibilità che le emissioni deterministiche vengano in qualche maniera “inquinate” è crescente.
Unitamente a ciò e non a caso, anche l’indice AO ovverosia l’indice legato all’oscillazione artica, è reiteratamente visto in netto calo ad indicare una profonda elongazione del vortice polare fino alle basse latitudini europee.
Ricordiamo infatti, che un indice AO in decremento sta ad indicare un vortice polare debole/fortemente disturbato nella sua sede “canonica” (artico e segioni sub polari) e quindi un’assoluta debolezza delle westerlies cioè delle correnti a getto a componente zonale.
E’ pertanto ipotizzabile un vero e proprio “forcing” da parte dell’anticlone oceanico sul comparto atlantico centro-orientale foriero di pesanti e reiterate incursioni artico marittime e/o artico continentali in ambito europeo.
Al momento le emissioni deterministiche non colgono ancora, a nostro avviso, la reale portata di un evento di questo tipo e restano “ondivaghe”, ma i segnali al di là del “determinismo” cominciano ad essere plurimi e molteplici in tal senso.
Tutto ciò può farci ritenere possibile una pesante ondata di freddo sul comparto europeo centro-meridionale già subito dopo le festività natalizie e a cavallo tra la fine dell’anno e l’inizio del nuovo.