Lo scenario degli ultimi mesi, oseremo dire fin dall’inizio dello scorso autunno, è stato contraddistinto da una frequenza notevole di figure altopressorie stabilizzanti alle medie-basse latitudini Europee, che sono state responsabili dell’anomalia termica e degli scarsi quantitativi precipitativi su gran parte del Continente.
Figure anticicloniche assai predominanti anche nel contesto italiano, tali da favorire un’anomalia barica positiva notevolissima rispetto alla norma, oltre al raggiungimento in maniera diffusa di valori eclatanti di oltre 1040 hPa al suolo, a cavallo del passaggio fra il vecchio ed il nuovo anno.
Tuttavia, grazie all’attenuazione della falla barica sull’est Atlantico (divenuta quasi una depressione semipermanente nel trimestre autunnale), appena ad ovest del Portogallo e del Marocco, nella prima fase dell’inverno sono perlomeno cessate le ingombranti espansioni delle cupole Anticicloniche di matrice sub-tropicale.
Questo primo mese del 2007 ha invece di nuovo visto, nell’ambito degli ultimi 10 giorni, la riconciliazione con l’Anticiclone sub-tropicale, per il ritorno di piccole “gocce depressionarie” sul vicino Atlantico. E la presenza di un piccolo vortice sulle Canarie sarà responsabile dell’espansione di una nuova bolla Anticiclonica, che condizionerà il tempo nei prossimi giorni anche sull’Italia.
La frequenza di figure altopressorie è stata certamente causata dalla frenetica attività del vortice Polare, talmente intenso da non permettere scambi meridiani degni di nota. Una situazione che può parzialmente ricordare l’inverno del 2000-2001, allorquando però il Vortice Polare agiva a latitudini comunque relativamente più basse, permettendo dunque frequenti passaggi atlantici perturbati di rilievo anche sul Mediterraneo e sull’Italia.
Ora siamo prossimi a una svolta quasi storica dopo così tanti mesi: infatti è in preparazione per l’inizio della prossima settimana un intenso affondo artico meridiano, che dalla Scandinavia si dirigerà verso l’Europa occidentale, per quello che sarà il primo marcato scambio meridiano di quest’inverno in sede Europea, se escludiamo le temporanee interferenze fredde, tutto sommato marginali, sui Balcani e fin sul Medio Oriente.
La domanda che sorge spontaneamente immediata è se quella in programma sarà una svolta destinata ad avere effetti nel seguito, o piuttosto se si rivelerà solo una situazione estemporanea. Difficile dirlo, così come appare estremamente difficile sbilanciarsi sull’effettiva influenza di tale discesa fredda sul Mediterraneo centrale e sull’Italia.
Al momento, appare abbastanza probabile il maltempo per l’azione di intense ciclogenesi in innesco sul Mediterraneo occidentale con possibile successiva lenta traslazione verso est, ma la parte più corposa dell’aria fredda si dirigerà verso la Penisola Iberica
Data la prognosi previsionale assai difficile per la prossima settimana, è giusto porre l’attenzione sull’evoluzione più vicina a noi, maggiormente attendibile, da qui al resto della settimana.
La moviola satellitare odierna mostra in azione due differenti sistemi nuvolosi (oltre alla coltre nuvolosa bassa che domina le pianure del nord, con cieli grigi per nebbie e foschie che non si dissolvono nemmeno nelle ore più calde), inseriti nella debole ondulazione ciclonica in transito attualmente su di noi, e che deve fare i conti con la resistenza imposta dall’Anticiclone.
Un primo ammasso nuvoloso essenzialmente innocuo è ormai giunto sulle regioni meridionali, mentre una seconda linea d’instabilità, appena più intensa, si trova fra alto Tirreno e Sardegna, ed è destinata ad interessare nelle prossime ore e nella prima parte della giornata di domani il medio-basso Tirreno, con precipitazioni di scarsa rilevanza, ma che rappresentano pur sempre una discontinuità, se non quasi una notizia, nei lunghi domini statici anticiclonici.
Alta Pressione che riprenderà man mano il comando della situazione già domani, con una bolla d’aria calda che fra venerdì 19 e sabato 20 transiterà nel cuore del Mediterraneo.
La disposizione barica, come già accennato ieri, anche al suolo favorirà una disposizione di correnti nord-occidentali calde, e il gradiente barico in genesi fra i due versanti Alpini favorirà l’innesco di venti di foehn per venerdì su Piemonte e Lombardia, con impennata termica nelle stesse zone già interessate appena 5 giorni fa (ricordiamo i valori di oltre 22 gradi sul Comasco, e di 21 gradi nel Piacentino).
Venti di foehn che saranno dunque un importante evento atteso per venerdì, tuttavia le temperature saranno anomale un po’ dovunque in particolare sulle zone occidentali, con recrudescenza del caldo particolarmente penalizzante per i rilievi: da notare infatti lo zero termico che si spingerà nuovamente oltre i 4000 metri (livelli tipicamente estivi), specie su Alpi Marittime, Sardegna e Sicilia.
L’ennesima eccezionale anomalia di questo caldo autunno e non inverno in atto, destinata inevitabilmente a fare ancora notizia, ma probabilmente nemmeno troppo, sempre che non verranno stabiliti dei nuovi record di caldo assoluti per il mese di Gennaio.
D’altronde l’attenzione dei meteoappassionati è inevitabilmente concentrata sui cambiamenti previsti per la prossima settimana, che rappresentano una possibile reale novità nel contesto meteo climatico dell’ultimo periodo. Certo, non si tratta di nulla d’eclatante rispetto alla norma del periodo, piuttosto la vera anomalia eclatante è quella che ci accingiamo nuovamente a trascorrere nei prossimi giorni.