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Debole ferita depressionaria sui mari meridionali italiani in lento rimarginamento

di Roberto Macelli
12 Ott 2007 - 17:56
in Senza categoria
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L'immagine del Satellite geostazionario mostra ancora della attive formazioni temporalesche sul basso Mediterraneo, di cui la più rilevante nei pressi delle Baleari. Più a nord domina l'Anticiclone che costringe le perturbazioni atlantiche a traiettorie molto settentrionali. Fonte © Eumetsat copyright.
L’Alta pressione delle Azzorre continua a condizionare le sorti meteorologiche dell’ultimo periodo anche sulle nostre regioni. La sua posizione in Atlantico, spesso elevata, non consente infatti alle depressioni oceaniche di penetrare sul Vecchio Continente e nemmeno sul Mediterraneo.

Al momento il perno della figura Anticiclonica è sul cuore del Regno Unito, come accaduto spesso in questa prima fase autunnale ed a differenza della scorsa estate quando l’attività del Vortice d’Islanda determinava continui passaggi perturbati sull’area anglo-sassone e sulla Mitteleuropa.

I sistemi frontali generati dalla Depressione d’Islanda sono così costantemente costretti a frenare sul muro insormontabile d’Alta pressione, ben prima di poter approcciare con convinzione le Isole Britanniche.

Sul bordo orientale dell’Anticiclone discendono all’opposto correnti fredde associate al getto del flusso Polare, con un approfondimento di un vortice secondario in corrispondenza dell’area Baltica orientale, che allunga un ramo perturbato occluso verso i paesi dell’Europa centrale, e alcune propaggini nuvolose di tipo alto fin sul settentrione d’Italia.

Non sono nubi di nessun significato, infatti su gran parte del Nord la stabilità e il sole dominano la scena oggi, come nei giorni passati. Differente la situazione sul centro-sud, qui permangono condizioni di moderata instabilità, per una sorta di palude barica ove riesce a mantenersi ancora attiva una complessiva debole circolazione a carattere ciclonico

Molto interessante l’osservazione del bacino centro-occidentale del Mediterraneo dall’occhio del Satellite, con aree temporalesche ancora assai attive, segnale delle maggiori zone di discontinuità ove agisce l’aria instabile, risultato del contrasto fra masse d’aria di differente origine.

L’energia in gioco appare particolarmente elevata, grazie al contributo termico della superficie marina ancora calda, col surplus termico immagazzinato durante i mesi estivi.

Anzitutto, l’area temporalesca di maggior impatto è quella presente fra le isole Baleari e la Spagna sud/orientale. Essa è collegata ad un cut-off quasi stazionario nelle ultime 24 ore, in precedenza posizionato sulla Francia meridionale. Il moto retrogrado della struttura è stato incentivato dallo stesso Anticiclone, che ha dunque impedito a tale goccia fredda di giungere sulle nostre regioni.

Pur di limitata estensione, tale goccia fredda determina fenomeni essenzialmente temporaleschi fino a fondoscala, con maltempo in qualche caso notevole. Sulla zona di Valencia si misurano precipitazioni addirittura superiori ai 100 millimetri in poche ore.

Anche tutta l’area meridionale del Mediterraneo centrale presenta indici d’instabilità molto favorevoli, proprio laddove si attua lo scontro fra le correnti di provenienza settentrionale e il flusso occidentale di natura afro-mediterranea.

Una vasta cellula temporalesca sta transitando sulla Sicilia, in questo momento sul settore orientale, anche se la parte maggiormente intensa è rimasta in mare aperto, a sud dell’isola.

Parziale instabilità si sta rinnovando anche su gran parte delle regioni meridionali, specie in queste ore sulle aree interne ed appenniniche.

La circolazione relativamente depressionaria sui mari centro-meridionali italiani è destinata a guarire nel corso del fine settimana, grazie ad un contestuale rinforzo del campo barico, operato dalla spinta dell’Alta pressione verso oriente.

L’asse dell’intera struttura altopressoria si sposterà più ad oriente mantenendo un baricentro alto sull’Europa centrale e convogliando di conseguenza aria fresca balcanica in direzione dei versanti orientali della Penisola.

Decisamente più rilevante il raffreddamento atteso sull’est europeo, ove giungerà prepotente l’aria artica, ora sulla Penisola Scandinava e mar Baltico, grazie ad un’evoluzione barica decisamente congeniale.

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