Ondata di gelo da est:
per alcuni definirla tale può sembrare eccessivo, per altri si rivelerà la definizione più appropriata. Molto dipenderà tanto dall’esposizione verso le correnti orientali, quanto dai fenomeni attesi. E’ evidente che laddove splenderà il sole, o comunque ci sarà una protezione orografica adeguata, la diminuzione termica si farà sentire un po’ meno. Tuttavia, è bene sottolinearlo, al calar del sole farà freddo praticamente ovunque e le gelate saranno di casa.
Target regioni Adriatiche:
negli ultimi anni, giusto dirlo, le irruzione fredde hanno preferito altri lidi. Spesso, pur venendo da est, hanno scelto la via dell’Europa centro settentrionale lasciando i versanti orientali peninsulari “a secco”. Stavolta, invece, la dislocazione dell’Alta delle Azzorre è tale per cui l’aria gelida irromperà direttamente in Adriatico. E’ evidente che un impianto circolatorio di tal tipo va a coinvolgere direttamente le regioni che si affacciano sui Balcani ed è proprio qui che andranno a manifestarsi copiose nevicate.
Neve sì, ma a che quote?:
Certamente a bassissima quota. Presumibilmente attorno ai 300/400 metri tra Romagna, Marche, Abruzzo e Molise. Qui, come ampiamente dibattuto in mattinata, potrebbero verificarsi degli sconfinamenti fin verso le aree pianeggianti mentre sulle coste ci aspettiamo gragnolate frequenti. Spostandoci a sud, avremo nevicate in collina mentre sulla Sicilia nevicherà sui rilievi settentrionali a partire dagli 800 metri. Da non escludere qualche spruzzata di neve anche sulla Sardegna orientale ed anche in questo caso la quota neve sarà ubicata tra i 500 e i 600 metri.
Anomalia termica possente:
torniamo un attimo sul discorso temperature, perché per comprendere appieno l’entità del freddo basterebbe dare uno sguardo alle proiezioni termiche di alcuni Modelli. L’americano GFS, ad esempio, ci propone l’ingresso di una isoterma -6/-7 a 850 hPa (circa 1500 metri di altitudine) fin sulle Centrali tirreniche, con punte di -9/-10°C sulle Adriatiche. Altrove andremo, mediamente, dai -4 ai -5°C. Per un ritorno alla normalità dovremo attendere il fine settimana.
Nuovi scambi meridiani?:
Così parrebbe. Ma come detto in apertura, vi sono alcuni elementi sui quali dovremo focalizzare l’attenzione. Anzitutto il Vortice Polare. Sembra infatti sia in atto un forte raffreddamento alle alte quote, il ché presuppone un ricompattamento della struttura ciclonica. Se ciò dovesse effettivamente verificarsi, eventuali altri tentativi meridiani dell’Alta delle Azzorre verrebbero inibiti. Si aprirebbero le porte ad una maggiore ingerenza anticiclonica alle nostre latitudini. Ma non è detto. Alcune proiezioni modellistiche propongono ulteriori irruzioni Artiche, con target variabile tra la Penisola Iberica e la nostra Penisola.
Chi la spunterà?:
Difficile dirlo. Può darsi che da qui alla prima settimana di dicembre possa verificarsi una nuova possente ondulazione del getto d’alta quota con ingresso di saccatura artica nel Mediterraneo. Scenari volti verso una prosecuzione invernale in piena regola, anche se con toni meno accesi rispetto all’attuale irruzione.
Focus: evoluzione sino al 08 dicembre 2013
Abbiamo trattato nel dettaglio le aree interessate dalle nevicate delle prossime 36-48 ore, ora non ci resta che aggiungere che nelle altre regioni d’Italia – Nord e versante tirrenico – prevarrà il bel tempo. Ma come detto il freddo si farà sentire egualmente, specie al calar del sole e difatti non mancherà occasione per la formazione di estese gelate in zone pianeggianti e vallive.
La situazione tenderà a migliore nel fine settimana, quando oltre al bel tempo avremo un significativo rialzo termico. Si tornerà grosso modo sulle medie stagionali. Più in là, nei primi giorni di dicembre, si scorge il ritorno del maltempo, maltempo che potrebbe dipendere dall’approfondimento di una saccatura Artica sulla Penisola Iberica con conseguente isolamento di ampia goccia fredda in prossimità della Sardegna. Configurazione da tenere sott’occhio, perché qualora dovesse realizzarsi potrebbe determinare nuovamente dei grattacapi. A più lungo termine si scorgono scenari nuovamente invernali, dettati da persistenti scambi meridiani.
Evoluzione sino al 13 dicembre 2013
Il freddo potrebbe ripresentarsi a cavallo dell’Immacolata, ma date le incognite descritte in sede evolutiva e considerando il range temporale piuttosto ampio, dovremo attendere che l’evolversi della situazione.
In conclusione.
Autunno che ha passato la mano all’inverno, senza esitazioni. Autunno che potrebbe riprendersi la scena nei prossimi giorni, ma che oramai sembra destinato ad un lento commiato.