Se il continente asiatico è la terra del grande gelo, il continente nord americano è la terra dei blizzard. Tra domenica e lunedì una tempesta di neve e vento ha imperversato in Nuova Scozia, stato all’estremità sud-orientale del Canada.
Ad Halifax neve per tre giorni di seguito, tra il 16 ed il 18 con vento sostenuto a 15 nodi: l’accumulo di neve al suolo è stato di 26 cm. Il vento ha soffiato fino a 25 nodi a Sable Island, dove però le precipitazioni sono state solo in parte solide. Tra le altre località colpite dalla bufera si segnalano Sydney e Greenwood, con rispettivamente 18 e 45 cm di neve al suolo.
Il blizzard è stato ancora più potente tra la parte sud-orientale del Quebec e lo stato di Terranova. A Blanc Sablon il giorno 17 venti sostenuti fino a 40 nodi (75 km/h) con estremi termici di -20.5/-17.3°C e 84.5 mm di precipitazioni nevose (equivalente liquida).
Neve anche a Toronto a Montreal, circa 7/8 cm al suolo con termometri in picchiata fino ai -23.5°C di Toronto e ai -24.6°C di Montreal. Solo pochi giorni prima, il 14, Toronto aveva segnato una temperatura massima di +17.6°C.
Niente neve ma gelo anche a New York, i cui estremi termici del giorno 18 sono stati di -11.1/-2.2°C con vento sostenuto da nord ovest a 14 nodi (circa 25 km/h), e Washington (-11.1/-1.7°C).
I venti da nord hanno raggiunto anche gli stati del sud est, compresa la Florida. Ad Orlando la temperatura massima è passata dai +28.9°C del giorno 14 ai +15°C del giorno 17, con una minima la notte successiva di +4.4°C. Gelate intense in Georgia (Savannah -3.3°C, Atlanta -6.7°C), in South Carolina (Charleston -4.4°C), nella stessa Florida (Tallahassee -2.2°C), dove anche a Miami le temperature sono state soltanto primaverili (+10.6/+21.7°C).
Ricordiamo che ad inizio mese la costa est era stata per diversi giorni più calda di quella ovest, con temperature a New York e Washington talvolta superiori a quelle di Los Angeles, alle prese quest’ultima, con piogge alluvionali. Negli ultimi giorni invece in California, la presenza di un’alta pressione coi massimi sul Nevada, ha favorito un netto rialzo termico, coi venti che hanno soffiato dall’entroterra (NE o NW). Il giorno 18 si sono raggiunti 27.8°C a Los Angeles e Long Beach, e 26.7°C a San Diego sotto l’influsso del “Santa Ana”, appunto il vento favonico che spira dall’entroterra.
Sempre sulla costa occidentale, ma più a nord, gli stati di Oregon, Washington e Columbia Britannica, quest’ultimo già canadese, sono stati influenzati da una bassa pressione oceanica, la corrispondente nel Pacifico settentrionale del “nostro” ciclone d’Islanda, che ha determinato forti e persistenti piogge soprattutto nella regione di Vancouver, con nevicate relegate all’entroterra o sulle località costiere dell’Alaska (a Juneau 58 cm di neve al suolo).
A Vancouver precipitazioni comprese tra i 127 mm dell’aeroporto e i 204 mm del porto in tre giorni, a cui bisogna aggiungere un’altra decina di mm caduti il giorno 15. Altre località interessate dalle forti precipitazioni: Estevan Point con 175 mm e Squamis con 142 mm, forse in parte nevosi visti i valori termici attorno agli zero gradi di quest’ultima località (i dati disponibili non precisano il tipo di precipitazione).
Le precipitazioni non si fermano alla dogana, così anche alcune località statunitensi ne sono state interessate abbondantemente. A Quillayute nello stato di Washington caduti 113 mm il giorno 17 ed ulteriori 34 il giorno 18; a Seattle caduti 59 mm il giorno 17.
Il gelo ha preso possesso della costa est americana, ed in maniera ancora più marcata di vaste aree artiche e subartiche canadesi dove si sono raggiunti valori degni di nota, ma nell’Alberta (stato del Canada) il giorno 18 il chinook, famoso vento di caduta dalle Montagne Rocciose, derivato proprio dalla forza del ciclone delle Aleutine che tanta pioggia ha scaricato sugli stati della sponda occidentale delle “Rockies”, ha innalzato fortemente le colonnine di mercurio dei termometri: 10.1°C sono stati raggiunti a Pincher Creek, 10 a Lethbridge e 8.3 a Calgary, con minime ovunque sopra lo zero. Solo due giorni prima la temperatura raggiungeva i -31.4°C a Calgary e i -37°C a Lethbridge. Essendo un vento favonico il chinook ha determinato anche un brusco calo di pressione, scesa in un giorno di 20 hPa.
E avendolo già citato non potevamo concludere con qualche dato sul gelo del “Grande Nord”. A Dawson, nello Yukon canadese, dopo una giornata del 16 relativamente “mite” (-36.1/-27.5°C), il termometro è ridisceso fino alla soglia dei -50°C, sfiorati appunto il giorno 18 da una minima di -49.9°C. E’ ormai una settimana che prosegue questa ondata di gelo nel nord ovest del Canada ed in Alaska, dove a Fort Yukon sono stati raggiunti i -49°C e a Fairbanks, per citare la più importante tra le città dell’interno, i -39.4°C.