In precedenti editoriali veniva segnalata una possibile, allora ancora in stato “embrionale”, situazione in netta controtendenza rispetto all’attuale fase mite e non propriamente invernale (concernente le temperature).
Si rafforza ancora maggiormente il concetto “probabilistico” che a partire dalla seconda quindicina del mese corrente (17/18 dicembre), dopo una fase anticiclonica che sarà presente sull’Europa centrale, con relativo coinvolgimento dell’area mediterranea, si venga a manifestare un cedimento di detta alta pressione. Alta pressione che verrà scissa in due nuclei. Uno punterà decisamente verso l’Atlantico, l’altro verso il settore orientale del nostro Continente.
La totale durata di questa fase “altopressoria” potrebbe essere stimata in 5 gg. Periodo nel quale le condizioni meteo, per alcune regioni molto penalizzanti durante questi ultimi giorni, andranno gradualmente a migliorare.
Resta, tuttavia durante detto periodo, una residua instabilità sulle estreme regioni meridionali mentre su quelle centrali e settentrionali, dato il regime altopressorio più franco, si potrebbero avere dei periodi di marcate inversioni termiche con nebbie presenti nelle pianure del nord e nelle valli del centro (cfr. carta a 500 hpa by ECMWF e relative T a 850 hpa in apertura dell’editoriale).
Il secondo passaggio, carta riportata in basso, dovrebbe mostrare una graduale intensificazione del getto polare, dapprima sulla parte più occidentale dell’Europa di sud ovest, poi in netta progressione verso il bacino centrale del Mediterraneo.
Esaminando la struttura barica, prevista per la data del 20.12.2004, possiamo notare come questo processo favorirà una stretta saccatura in direzione della nostra Penisola attraverso un primo impulso di aria polare marittima. Primo decremento termico sulle nostre regioni.
Va tuttavia osservato che il modelle delle ECMWF, in questa risoluzione, non indica abbastanza bene l’effettiva entità del gradiente termico in prospettiva.
Da detta data, come possiamo osservare dalla disposizione delle correnti ad NW della GB, si dovrebbe palesare una netta e più marcata avvezione fredda, dapprima di provenienza dal settore nord occidentale dell’Atlantico e seguentemente, data una maggiore rimonta dell’HP delle Azzorre verso N, con relativa rotazione del suo asse verso NE, una disposizione più meridiana delle correnti fredde.
Seconda e più marcata diminuzione delle temperature con fenomenologie anche a carattere nevoso a quote medio basse sulle regioni centro settentrionali (centrali e parte centro orientali padane).
Per il momento ci fermiamo a questo ipotetico “pit stop”; la seguente fase verrà proposta in un editoriale pre-natalizio.