La settimana che ci siamo appena lasciati alle spalle è stata caratterizzata in assoluto dal gelo sulla parte orientale del Continente, ma sui settori centro-occidentali l’andamento climatico è stato ben diverso: su una vasta fascia che comprende la Francia, il Belgio, i Paesi Bassi, l’Ovest Germana e la Ex Jugoslavia, oltre all’Italia, si sono avute temperature persino miti e al di sopra della norma.
A fare la differenza in tal senso non è stato tanto il vento dall’Atlantico, comunque temperato, ma anche gli apporti d’aria nord-africana che hanno preceduto gli sfondamenti perturbati giunti sul Mediterraneo. Le anomalie di caldo sono state contenute e solo in maniera molto sporadica si sono avuti scarti al massimo di 3-4 gradi sopra la norma. Non si può certo dire lo stesso in riferimento al grande gelo, che ha tenuto in assedio il comparto orientale europeo e la zona scandinava, con anomalie ben più marcate e temperature estreme anche frequentemente sotto i -30/-35°C.
Anomalie a fondoscala (temperature medie dell’intera settimana di almeno 9 gradi sotto la norma) hanno riguardato le zone centro-orientali della Scandinava, le nazioni baltiche e una parte dei territori di Bielorussia ed Ucraina. Al pari di queste nazioni si è trovata anche la Russia, con le situazioni di clima più rigido, in raffronto alla norma, sul distretto centrale e del nord-ovest. Mosca e San Pietroburgo non hanno toccato picchi eccessivamente eclatanti, tenendosi un po’ lontane dalla possibilità di raggiungere i 30 gradi sottozero.