E’ il quesito che in tanti, da giorni, si stanno ponendo. Noi, dopo aver analizzato attentamente la situazione, proviamo a rispondervi. Anzitutto il cosiddetto ITCZ, ovvero “Intertropical Convergence Zone”. Volendo tradurlo in italiano, trattasi della zona di convergenza intertropicale ovvero quella zona dove – per convergenza degli alisei – le masse d’aria calda salgono in quota provocando condizioni d’instabilità. Ma che c’entra con noi? Beh, c’entra eccome! Va a influenzare il posizionamento delle Alte Pressioni subtropicali: spingendosi verso nord ecco che le strutture anticicloniche, segnatamente l’africano, ha maggiori probabilità di raggiungerci. Or bene, in questo primo scorcio d’estate l’ITCZ è posizionato più a nord del normale. Serve altro?
Diciamo che già questo elemento basterebbe a spiegare le frequenti incursioni sahariane. Ma a nostro avviso c’è anche un altro fattore da tenere sott’occhio: le anomalie termiche superficiali oceaniche (SST). Anomalie che ci vengono mostrate nella mappa allegata, anomalie aggiornate alla data di ieri (04 luglio 2017).
Or bene, si evincono acque più fredde del normale sull’Atlantico centro orientale ma vorremmo farvi notare – peraltro le abbiamo evidenziate – le anomalie lungo le coste nordoccidentali africane. Per farla semplice: aree marine più fredde tendono a catalizzare le perturbazioni e sappiamo che l’Alta Africana – per raggiungerci – si avvale sovente di affondi depressionari a largo del Portogallo. Ora, osservando la distribuzione di tali anomalie – in associazione con un ITCZ più a nord del dovuto – è facile capire i motivi delle frequenti incursioni sahariane alle nostre latitudini.