La calotta di ghiaccio artica cresce ogni inverno quando il sole tramonta per alcuni mesi e si restringe ogni estate quando il sole resta alto nel cielo. Ogni anno la copertura raggiunge la sua minima estensione annuale nel mese di settembre. Il record fu stabilito nel 2007.
L’andamento dello scioglimento è stato influenzato dalla media delle temperature estive più alte della norma, ma almeno non si sono verificate le condizioni meteo inusuali che hanno contribuito alla fusione estrema del 2007. “Le condizioni atmosferiche e oceaniche non erano così favorevoli alla perdita di ghiaccio di quest’anno, ma la fusione è riuscita egualmente ad avvicinarsi ai livelli del 2007”, ha detto lo scienziato del NSIDC Walt Meier. “Ciò è dovuto probabilmente alla perdita di ghiaccio pluriennale che sta avvenendo nei mari di Beaufort e di Chukchi, nonché da altri fattori che stanno rendendo la copertura più vulnerabile”.
Joey Comiso, ricercatore senior presso NASA Goddard Space Flight Center di Greenbelt, nel Maryland, sostiene che la registrazione dei livelli minimi di ghiaccio si inserisce nel grande processo di declino che gli scienziati hanno appurato negli ultimi tre decenni.
“Il ghiaccio non solo è in declino, ma il ritmo di contrazione è sempre più rapido”, ha detto Comiso. “Gli strati più vecchi e spessi si stanno riducendo più rapidamente, rendendo in tal modo la copertura più fragile”.
Mentre l’estensione del ghiaccio marino non ha raggiunto i livelli record del 2007, l’area di ghiaccio marino misurata dal radiometro a microonde montato sul satellite Aqua della NASA, ha fatto registrare, per circa 10 giorni del mese di settembre, un valore leggermente inferiore rispetto al 2007. L’area si differenzia dalla superficie perché questa rappresenta la superficie effettiva coperta dai ghiacci, mentre la superficie comprende le zone dove il ghiaccio copre almeno il 15% dell’Oceano.
L’estensione del ghiaccio Artico ha registrato il punto più basso nella giornata del 9 settembre, pari a 4,33 milioni km quadrati (1,67 milioni di miglia quadrate). La media mensile è stata invece di 4,61 milioni chilometri quadrati (1,78 milioni di miglia quadrate). Questo pone il 2011 come secondo peggior anno sia per la misura minima giornaliera e che per la media mensile. L’estensione del ghiaccio è 2,43 milioni chilometri quadrati (938 mila miglia quadrate) di sotto della media 1979-2000.
La limitata estensione del ghiaccio registrata quest’Estate ha proseguito la tendenza al ribasso vista nel corso degli ultimi 30 anni, che gli scienziati attribuiscono in gran parte a al riscaldamento globale. I dati mostrano che il ghiaccio marino artico si è ridotta sia in estensione che spessore. Dal 1979, nel mese di Settembre l’estensione si è ridotta del 12 per cento per decennio.
“Il ghiaccio più vecchio e più spesso continua a diminuire, soprattutto nel Mare di Beaufort e nel bacino del Canada” prosegue lo scenziato del NSIDC Julienne Stroeve. “Questa sembra essere una delle cause più importanti nella riduzione della copertura durante le ultime estati”.
I modelli climatici hanno suggerito che l’Artico potrebbe perdere quasi tutta la sua copertura estiva entro il 2100, ma negli ultimi anni l’estensione del ghiaccio è diminuito più velocemente rispetto alla previsione dei Modelli.