L’altra faccia della medaglia Al maltempo, che ha picchiato duro su parte delle nazioni occidentali dell’Europa fin sul nostro Paese, si è contrapposto un roccioso anticiclone sull’Est Europa. Questo braccio di ferro ha così determinato l’afflusso di correnti calde di matrice africana che sono affluite verso le medie-alte latitudini, alimentando così la vasta figura anticiclonica di blocco con massimi barici collocati tra le nazioni baltiche e le vicine aree russe. L’andamento termico riflette proprio questa disposizione delle figure bariche, con valori nettamente sopra la norma sulle nazioni centro-settentrionali del Continente.
Le anomalie positive di temperatura così marcate sono state determinate dal duplice effetto della presenza anticiclonica combinata al richiamo delle correnti calde meridionali. Anche l’Italia ha risentito in prevalenza dei flussi africani, ma con scarti dal normale ben meno rilevanti rispetto ai paesi nordici, dove in questo periodo sarebbe più normale iniziare a vedere non solo valori rigidi, ma anche frequenti episodi nevosi. Non tutta l’Europa è reduce da una settimana più calda del normale, ha fatto eccezione il comparto balcanico e l’Egeo dove la protezione anticiclonica si è accompagnata ad infiltrazioni d’aria fredda da est.
L’aspra contrapposizione fra le due principali figure bariche non ha avuto né vincitori, né vinti con gli scenari perturbati costretti ad insistere in modo prolungato sul Mediterraneo. Osserviamo quindi un’Europa nettamente spaccata anche relativamente all’andamento delle precipitazioni nei giorni compresi fra il 30 ottobre ed il 5 novembre: gran secco sull’Europa Centro-Orientale, mentre le piogge si sono limitate ad interessare parte del Regno Unito, Francia, Penisola Iberica ed alcune aree d’Italia, oltre al sud della Norvegia.