E’ vera canicola:
alcuni si saranno già stancati di sentir pronunciare certi termini, altri ancora stanno vivendo il periodo più caldo dell’anno con estremo entusiasmo. Che si ami il caldo oppure no, quel che è innegabile è che certe condizioni atmosferiche creano disagi tra i più accaniti “caldofili”. Punte di 39-40°C sono tutt’altro che normali, ma nel corso di una stagione estiva ci possono stare. Quel che vorremmo terminasse è l’afa, quell’irrimediabile sensazione di malessere che si ha quando il corpo non è in grado di eliminare il caldo in eccesso attraverso la sudorazione. Ci sono aree del Paese dove l’umidità è maggiore, altre dove invece meno presente. Val Padana e litorali in genere, ad esempio, rappresentano le aree geografiche che più patiscono gli effetti dell’afa.
Da nord a sud:
ricorderete l’approfondimento relativo all’inclinazione dell’asse anticiclonico. Ne parlammo venerdì scorso, sottolineando un posizionamento tale – almeno inizialmente – da convogliare l’aria rovente africana verso le regioni settentrionali e le tirreniche. Detto fatto. Le temperature più elevate, nel corso del weekend, hanno coinvolto proprio quei settori peninsulari. A breve, invece, assisteremo ad una modifica sostanziale dell’angolazione. L’azione erosiva atlantica costringerà l’Alta Pressione ad uno schiacciamento sui paralleli, cosicché avremo un rialzo termico ulteriore al sud e nelle due isole maggiori.
La goccia fredda atlantica:
partiamo da un presupposto: l’allineamento modellistico. In che senso? Beh, quella “piallata” atlantica ipotizzata dagli americani ad inizio della scorsa settimana, è stato cancellato. Venerdì, durante l’editoriale, focalizzammo l’obbiettivo sulla concordanza previsionale verso l’isolamento di un vortice ciclonico a ridosso dell’Italia. Quella che in origine era un’ampia saccatura atlantica, diverrà una goccia fredda perché la resistenza opposta dalla struttura altopressoria sarà notevole.
Il break temporalesco:
ovviamente sarete curiosi di conoscerne gli effetti, tanto in termini precipitativi quanto a livello di temperature. Quel che possiamo dirvi, al momento, è che viste le condizioni di partenza – la grande quantità di caldo umido presente nei bassi strati – anche un piccolo sbuffo d’aria fresca andrebbe ad innescare fenomeni temporaleschi particolarmente violenti. Ciò detto, in presenza di una goccia fredda è lecito attendersi instabilità diurna diffusa che dai rilievi potrebbe sconfinare anche su altri settori. Il profilo termico registrerà una contrazione, più marcata laddove insisteranno maggiormente nubi e precipitazioni. Presumibile l’ingresso di correnti secche settentrionali, che oltre a far calare le temperature dovrebbero abbattere gli alti tassi di umidità. Insomma, fine dell’afa.
Break o cambio di trend?:
Domanda, giunti a questo punto, più che lecita. E’ presumibile un’appendice calda – senza però gli eccessi attuali – fin a Ferragosto. Dopodiché, questo suggerisce l’analisi comparata dei vari modelli, si potrebbe assistere ad una maggiore ingerenza atlantica. In che senso? Nel senso che il flusso oceanico potrebbe guadagnare terreno verso sud, spingendo via l’Alta Africana e ripristinando condizioni climatiche più appropriate al periodo.
Le ipotesi alternative:
la prima contempla l’ingresso di una vera e propria saccatura atlantica nel cuore del Mediterraneo. La seconda percorre la strada attuale, ovvero l’approfondimento depressionario a largo del Portogallo e la conseguente quarta ondata africana stagionale.
Focus: evoluzione sino al 18 agosto 2013
L’ondata di caldo proseguirà sino a mercoledì nelle regioni settentrionali, giovedì sulle rimanenti. Al settentrione, infatti, proprio giovedì è atteso un graduale peggioramento che al momento sembra poter coinvolgere più direttamente il settore di ponente. Qui potrebbero svilupparsi violenti temporali, anche in pianura. Il successivo afflusso d’aria secca dovrebbe far calare le temperature e gli alti tassi di umidità. Evoluzione che in seguito coinvolgerà il resto d’Italia, laddove ci aspettiamo una vivace instabilità diurna e una graduale flessione termica.
Lo strappo dovrebbe ricucirsi abbastanza rapidamente, con lo scivolamento a sudest e il contestuale indebolimento della goccia fredda. Subentrerebbe un nuovo periodo di bel tempo e caldo moderato, che andrebbe a caratterizzare proprio il periodo di Ferragosto.
Evoluzione sino al 23 agosto 2013
Stante gli ultimissimi aggiornamenti, le crescenti infiltrazioni atlantiche potrebbero condurci verso il classico break post Ferragosto, ma non è detto che dinamiche differenti possano condurre alla realizzazione di quell’alternativa anticiclonica descritta in sede evolutiva.
In conclusione.
Estate che quest anno ha atteso il clou del periodo vacanziero per mostrarsi “cattiva e muscolare”. Sarà il leitmotive di agosto o dovremo attenderci ulteriori colpi di scena? Vedremo.