Come ogni anno in questo periodo si scruta all’interno di modelli colorati alla ricerca di un segno, di un’immagine, che possa celare in se l’arrivo di quel che accomuna tutti i sognanti “meteofili”. La neve. E come ogni anno ci si dispera quando una configurazione annunciata viene cancellata o spostata nel tempo. E si gioisce quando, a poche ore dall’incombere dell’evento, delle semplici quanto complesse elaborazioni matematiche paiono volerci regalare quelle emozioni che solo un grande inverno è in grado di darci.
Ma tutto ciò fa parte del gioco. E chi giornalmente affolla siti o forum di meteorologia lo sa bene. Certamente il neofita non riuscirà a spiegarsi ancora il perché di tali e tanti stravolgimenti nei modelli di previsione anche a poche ore da un emissione all’altra. E spetterà al più saggio e attento frequentatore spiegare (qualora sia possibile) che i modelli sono solo la creazione di un elaboratore nel quale vengono immesse innumerevoli quantità di dati. E che spesso è lo stesso uomo a voler creare volontariamente proiezioni tra loro lontane. Con l’intento di poter analizzare tutte le possibili varianti ad una configurazione barica non ancora del tutto definita.
Sicuramente nel passato si era meno soggetti al “cambio di umore” derivante da diverse e continue elaborazioni modellistiche. Tuttavia non vi erano a disposizione gli strumenti tecnologici presenti attualmente. Allora si attendeva che l’appuntamento quotidiano con le previsioni del tempo svelasse quale possibile futuro si sarebbe profilato nei giorni avvenire. Ma state pur certi che anche a quei tempi i vari Bernacca e Baroni, prima di esporre le loro affascinanti previsioni, scrutavano attentamente quel che veniva proposto da carte meteorologiche che, seppure certamente meno numerose (ma non meno complesse) di quelle odierne, avevano bisogno di un’attenta lettura. E solo il frutto della loro grande professionalità ed esperienza era poi in grado di fornirci, davanti ai teleschermi, l’evoluzione maggiormente probabile. E senza mai spingersi nel campo dell’impredicibile.
Ed allora oggi ci si ritrova in rete a spulciare in ogni sito che abbia a che fare con la meteorologia. Sia che si tratti di modellistica, sia che si tratti di previsioni. Soprattutto in questi giorni prossimi alle feste natalizie ci si chiede se quel Natale sognato da bimbi in ogni favola che si rispetti, possa effettivamente riportarci indietro nel tempo e rivivere sensazioni che presentano ogni volta un sapore nuovo. Non ci si sarà certamente scordati dell’anno passato, quando la neve decise di rendere felici milioni di italiani meteo-appassionati proprio nel periodo che stiamo per vivere. Ed ecco allora che anche oggi si va alla ricerca di segnali che possano in qualche modo ripetere una situazione uguale, o magari migliore, a quella rimasta nella memoria di molti. E senza che poi si presentasse sottoforma di evento storico.
Questo editoriale non vuole essere una previsione per il periodo oramai prossimo. Vuole solo essere un viatico verso un periodo che rientra nell’immaginario di grandi e piccini come quel che ci si aspetta o perlomeno si desidera. “La neve a Natale”. E se le prospettive fossero effettivamente quelle disegnate odiernamente dai modelli di previsione, vi sarebbero ottime probabilità affinché le spasmodiche speranze possano anche quest’anno tramutarsi in realtà. Con l’emozione che solo una notte di Natale ammantata di un candido velo bianco sarebbe in grado di donare.